sabato 30 gennaio 2010

Toh, una buona notizia

Il sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, sarà il candidato presidente del centrosinistra alle elezioni regionali della Campania. Lo rendono noto i segretari regionali del Pd, dei Verdi e dell'Api. Quella di De Luca è l'unica candidatura alle primarie del partito che quindi non ci saranno.

Incredibile, un candidato che mi piace. E che piace. Va a finire che per la prima volta in vita mia voterò Pd. Speriamo lo appoggi qualche altro partito più simpatico!

Ovviamente finirà a puttane come al solito. Prevedo boicottaggio sommerso dei bassoliniani e il 35% dei voti.

venerdì 29 gennaio 2010

Nel caso abbiate molto tempo a disposizione...

E' il 2277, 200 anni dopo l'esplosione della guerra nucleare che ha di fatto annientato la Terra. L'atmosfera è stata a lungo invivibile, e parte dei sopravvissuti ha trovato il proprio rifugio nei Vault, dei bunker sotterranei dove si nasce, si vive, si muore. Ed è proprio in uno di questi Vault che ha inizio la nostra storia, prima a 10 anni, poi a 19. Tutto sembra filare liscio, fin quando scopriamo che nostro padre ha violato la legge del Vault, scappando dalla struttura. A quel punto fuggiremo anche noi per andare alla sua ricerca, trovandoci in un mondo ormai desertico, nella Zona Contaminata di D.C., una Washington ricostruita perfettamente nel gioco. O meglio, distrutta perfettamente, perché di intatto è rimasto ben poco, tra Supermutanti in circolazione e la resistenza della Confraternita d'Acciaio all'Enclave, un'organizzazione che si è autoproclamata garante dell'ordine e della legge in America.

Il mondo di Fallout è enorme, non a caso c'è una wiki interamente dedicata. La libertà di gioco è praticamente ai massimi livelli, e i tuoi comportamenti influenzeranno le reazioni altrui nei tuoi confronti. Gli insediamenti umani esistenti ti porteranno a conoscere altri personaggi, che potranno unirsi a te nell'avventura, e a missioni che ti serviranno ad avvicinarti alla verità su tuo padre e a raccattare i soldi per armarti, curarti, sopravvivere. Ho avuto la possibilità di giocarlo a lungo, "grazie" alla broncopolmonite dello scorso anno. Si arriva alla fine della storia, ma non puoi dire di averlo finito. Ho ancora un sacco di missioni che non ho fatto, zone che non ho esplorato, tanto che probabilmente lo riprenderò.

martedì 26 gennaio 2010

Vogliamo soltanto il lasciapassare A38

Quanto è difficile fare impresa in Italia? E quanto è difficile farlo, essendo di sinistra? "Volevo solo vendere la pizza", di Luigi Furini, dà la risposta a queste domande. L'occhio su questo libro m'è caduto per caso, in libreria, in uno dei momenti in cui pensavo "E se cambiassi la mia vita e trovassi qualche modo per mettermi in proprio?". Il fatto che l'autore fosse un giornalista mi ha spinto nell'immedesimazione e, di conseguenza, nell'acquisto. E, guardacaso, la lettura di questo libro è caduta proprio in giornate in cui mi sono trovato a discutere con filo, ale e gli altri "bravi ragazzi" di doveri e diritti dell'impresa e dei dipendenti.
Furini voleva solo aprire una pizzeria, ma si è trovato a sbattere contro ostacoli più grandi di lui. La burocrazia, che prima ancora di aprire gli chiedeva di seguire corsi su corsi (a pagamento), dove imparare che in caso di infortunio bisogna chiamare il 118 e che è igienico lavarsi le mani prima di toccare gli alimenti, di numerare le trappole per topi, di non usare materiale infiammabile per spegnere il fuoco (!!!). E una volta aperta la pizzeria c'erano i controlli, pronti a multare anche il mancato scontrino da 1 euro per una pizza regalata a un bambino. I lavoratori e i loro certificati medici, con la pizzaiola a riposo per gravidanza che decide di mettersi in proprio e di aprire una pizzeria concorrente, l'egiziano che sparisce e chiede fantomatici stipendi non pagati, l'anziano che passa direttamente dalla malattia alla pensione millantando anche lui straordinari (notturni) non pagati. I sindacati, che accettano qualsiasi vertenza dei lavoratori ma arrivati al momento della contesa non hanno nulla in mano e ripiegano su tentativi di accordi per spillare qualche euro.

Ah, per chi non sapesse da dove proviene la citazione del titolo... vale la pena.

lunedì 25 gennaio 2010

Vince Nichi

Nichi Vendola batte alle primarie Francesco Boccia, fortemente voluto dal Pd, che in Puglia vuol dire D'Alema+Latorre.
Da qui derivano alcune considerazioni:
1) c'è ancora speranza in fondo al tunnel.
2) D'Alema uguale sconfitta.
3) il Pd continua a non avere la minima idea di cosa vogliano quelli che in teoria sarebbero i suoi elettori.

sabato 23 gennaio 2010

Up in the air

Volevo scrivere una recensione di Up in the air ("Tra le nuvole"), il film di Jason Reitman (figlio d'arte, e che arte!). Parlare di quanto fosse un film che riesce a parlare in maniera leggera di un tema tanto amaro, di fare satira sulla crisi economica, sui manager globetrotter, sulla globalizzazione, sull'abuso delle nuove tecnologie. Di quanto quel ruolo fosse scritto su misura per George Clooney. Di quanto vada visto ogni film dove c'è Sam Elliott con quel suo mustaccio rassicurante e la solita espressione di sempre, impossibile da non identificare con lo Straniero del Grande Lebowski. Di quanto fosse bella la colonna sonora. Di quanto fosse in forma Vera Farmiga, che mostra un culo incantevole in una scena del film.
Ma poi leggo un'intervista dove scopro che per quella scena la Farmiga ha usato una controfigura, e allora esprimo tutto il mio disdegno nei confronti di questi film che vogliono prendere per il culo chi fa girare l'economia, su George Clooney che fa sempre il golden boy senza fissa dimora, su ste musichette con ste chitarrelle acustiche che andavano bene ai figli dei fiori e su Sam Elliott e quel baffo del cazzo, che son 30 anni che fa la stessa parte.


Controfigure del cazzo.

Cannoli per tutti!

E stavolta, caro Totò, i cannoli ce li mangiamo noi!
L'ex governatore siciliano Salvatore Cuffaro, ora senatore dell'Udc, è stato condannato, in appello, a 7 anni di reclusione per favoreggiamento aggravato dall'avere agevolato Cosa nostra e rivelazione di segreto istruttorio. In primo grado i giudici avevano escluso la sussistenza dell'aggravante mafiosa e avevano condannato il politico a 5 anni di reclusione. Il processo è stato celebrato davanti la terza sezione della corte d'appello di Palermo.
La Corte di appello, condannando il senatore Udc Salvatore Cuffaro a 7 anni di carcere per favoreggiamento e rivelazione di segreto istruttorio (2 anni di pena in più rispetto al primo grado), ha riconosciuto, come chiesto dal pg, la sussistenza dell'aggravante dell'avere agevolato l'associazione mafiosa Cosa nostra. L'aggravante era stata negata nel primo giudizio.

mercoledì 20 gennaio 2010

"Ma cosa ha per muoversi così, le emorroidi?"

Premessa: Mi piacciono i videogiochi, mi aiutano a evadere un po'. Non sono mai stato un maniaco, ma sin da bambino ho videogiocato. Ho smesso per qualche anno, perché non riuscivo a stare dietro alle richieste hardware sempre maggiori che servivano per godersi un gioco come si deve, ma da quando la mia ragazza mi ha regalato l'XBOX (lo scorso Natale) ho ripreso un po' a giocare. Anzi, nel mese abbondante in cui sono stato chiuso in casa causa broncopolmonite, è riscoppiato un amore. Infatti mi sa che ogni tanto metterò qualche post su qualcosa che ho giocato in 'sti mesi.
Seconda premessa: alla fine di questo post ci sarà uno spoiler colossale, evitabile per chi deve ancora giocare. Lo preannuncerò nel corso del testo, comunque. Inoltre, visto che devo contestualizzare il tutto, metterò un breve riepilogo per evitare calamenti di palpebra. Quindi, a chi frega poco della contestualizzazione, che tra parentesi è raccontata pure di merda, dico di saltare alla fine.

Antefatto.
Assassin's Creed 2 è, indovinate un po', il seguito di Assassin's Creed, gioco della Ubisoft (stessa casa di Prince of Persia, dal quale ha preso parecchio) che aveva suscitato reazioni contrastanti. Ho letto, non avendolo giocato, che a un'ambientazione affascinante c'era contrapposta una modalità di gioco ripetitiva fino all'ossessione.
Comunque, brevemente ma neanche tanto, la storia di questa saga parte nel 2012, quando tale Desmond viene rapito e rinchiuso nelle Industrie Abstergo, dove i ricercatori lavorano al progetto Animus, un macchinario in grado di visionare le memorie dell'antenato di chi lo usa. L'antenato di Desmond è tale Altair, un membro della setta degli Assassini vissuto durante la Terza Crociata. Gli Assassini hanno una setta rivale, i Templari, che vogliono creare un "mondo perfetto". Alla fine del primo gioco (nel quale ti trovi a impersonare Altair vivendo i suoi ricordi tramite l'Animus) si scopre che a st'imprenditori del cazzo servono i ricordi di Altair per sapere dove cercare artefatti come il Frutto dell'Eden, per creare anche loro, in mancanza di originalità, un mondo perfetto.

Enzio, sono tuo padre!

Il seguito inizia quindi con la fuga di Desmond dall'Abstergo, aiutato da Lucy, un'infiltrata degli Assassini nelle Industrie. I due vanno in un rifugio dove si mettono a lavoro con altri Assassini dotati a loro volta di un Animus. Questa volta Desmond viaggerà con i ricordi di un altro antenato, Ezio Auditore, un ragazzo vissuto nella Firenze rinascimentale, che vedrà impiccare in piazza il padre e i fratelli, accusati di congiura. Di qui il desiderio di vendetta, e di qui la scoperta, andando avanti col gioco, di tutta sta vicenda tra Templari e Assassini che dura in saecula saeculorum.

Breve riepilogo scevro di inutilità
Ora, sinceramente mi sono divertito, al di là di tutte le pippe mentali che servono agli americani per creare un continuum tra i vari giochi e per sfregiare la storia (Machiavelli capo degli Assassini, un giovane Leonardo Da Vinci che aiuta Ezio...). Forse perché è pensato per essere giocato esclusivamente in single player, quando la maggior parte delle software house ormai punta quasi tutto sul multiplayer. Le ambientazioni sono un gradito omaggio all'Italia, e camminare per le strade e sui tetti della Firenze e della Venezia del fine Quattrocento è affascinante (altre località: Monteriggioni e San Gimignano vicino Firenze, più Forlì). Scalare il Campanile di Giotto o farsi una passeggiata per San Marco... La ripetitività delle azioni si sente poco. Il neo principale sembra essere l'intelligenza artificiale degli avversari, che stanno lì in attesa del loro turno, manco stessero dal salumiere, mentre tu picchi un nemico per volta. Su questo, in vista di un sicuro terzo seguito, ci sarebbe da lavorarci su. Inoltre il gioco è abbastanza lungo e longevo, cosa rara di sti tempi.

Attenzione, SPOILER in arrivo

Eccolo...











Ma soprattutto, un gioco in cui prendi a cazzotti il Papa, interpretato per l'occasione da Aurelio De Laurentiis, va giocato. Costi quel che costi.

martedì 19 gennaio 2010

Per non dimenticare



Sapete com'è, mi sono rotto le palle di assistere alla beatificazione di Arsenio Lupin.

sabato 16 gennaio 2010

Zappatisti

Guardatelo. Vista quest'immagine, e magari ascoltando la sua musica, vi immaginereste mai che questo tizio che indossa mutande leopardate e calzini di indubbio gusto sia lo stesso uomo che negli anni della psichedelia rifugge ogni forma di droga, vuole tenere tutto sotto controllo a costo di perdere amici e colleghi, maniaco del lavoro, capace di far provare il proprio gruppo anche per quattro mesi di fila prima di andare in tour e alla perenne ricerca della perfezione? E invece è proprio lui.
Spesso la musica ti può dare un'idea sbagliata e superficiale della persona che c'è dietro. Puoi pensare a Zappa come uno straordinario talento, al quale piace farsi una canna di tanto in tanto. E invece lui odiava le droghe, appunto perché gli facevano perdere il controllo della situazione. Un controllo che lui voleva esercitare sempre, anche con i Mothers of Invention, che non erano un gruppo musicale. Erano il suo gruppo, che suonavano la sua musica.
Leggendo l'ottima biografia di Barry Miles (qui una piccola anteprima), che in vari punti smentisce anche quella che viene considerata come un'autobiografia ma che Zappa ha scritto con Occhiogrosso, viene fuori un ritratto completo di Zappa. Riduttivo chiamarlo musicista, era innanzitutto un compositore, il cui più ardente desiderio era vedere rappresentata la propria musica a livelli di perfezione. Per questo, molti dischi di Zappa non sono altro che collage e sovraincisioni maniacali di registrazioni fatte dal vivo. L'assolo di chitarra di Los Angeles era perfetto? Bene, mixiamolo con l'ottima prova vocale di New York. E via dicendo per tutte le tracce audio.
Così come uno, superficialmente, si aspetterebbe uno Zappa fricchettone, e invece il suo cinismo ("sono un reporter") lo portava a sparare a zero su tutto. Contro i pacifisti, contro gli omosessuali, contro Reagan e i repubblicani. Contro i comunisti, tanto che stava per essere nominato Ambasciatore della Cecoslovacchia. Contro l'Inghilterra. Praticava il sesso libero, ma era contro l'emancipazione femminile. Era un uomo, come dice la copertina "Absolutely free".
Forse era così, forse era libero di dire quel che voleva, di suonare la musica che voleva, di riempire i testi delle proprie canzoni di assurdità e volgarità assolutamente divertenti. Però, dal libro, sembra anche vedere un uomo schiavo di se stesso, del proprio lavoro, della sua eccezionale e prolifica vena creativa, della ricerca della perfezione (assolutamente legittima, per carità) e della voglia di tenere tutto sotto controllo. Lo stesso rapporto con i figli è emblematico: i ragazzi avevano il padre in casa (casa dalla quale sono passati tutti i grandi del rock) tutto il giorno ma non dovevano assolutamente disturbarlo, per nessuno motivo, perché lui era chiuso in studio. Tanto che alla fine, per avere un minimo rapporto, iniziarono a cantare con lui, a suonare la chitarra con lui.
Compositore geniale, musicista di talento, personaggio assolutamente interessante e pieno di sfaccettature.

Basta chiacchiere. Prima di tutto un Sandro Paternostro d'annata che intervista Frank. Questa l'ho messa più per Paternostro che per Zappa!


Frank a 22 anni che suona una bicicletta. E' quel tipo smilzo sulla sinistra.


E infine uno dei miei (e suoi) pezzi preferiti, Peaches En Regalia.

giovedì 14 gennaio 2010

Aurea mediocritas

Vi è mai capitato che vi mancasse un centesimo per fare un euro? A volte capita di sentirmi come se me ne mancassero cinquanta.

mercoledì 13 gennaio 2010

Dialogo immaginario tra un impiegato e un non so

"Ma lavori ancora con quello là?"
"No, sono in disoccupazione"
"Beh, non si può dire che ci sia stato un peggioramento"


Il signor G mi perdonerà la storpiatura del titolo.

martedì 12 gennaio 2010

Verso le Regionali

Una strana campagna elettorale, quella per le Regionali. Si aspetta da un momento all'altro la scintilla che farà partire il tutto. Nel Lazio hanno deciso da poco, nel Veneto idem, con poca gioia di Galan. In Lombardia Formigoni continuerà probabilmente a esercitare il suo dominio ciellino monarchico.
In Campania la situazione è complicata. Il centrodestra era lanciato su Cosentino, ma Fini e i magistrati non l'han presa benissimo. Archiviata la Carfagna, la scelta al momento dovrebbe essere tra Stefano Caldoro, l'uomo dei millemila partitini socialisti, e Gianni Lettieri, presidente dell'Unione industriali, poco amato dagli uomini di partito ma recentemente benedetto da Letta.
Il centrosinistra? Boh. Si parla di De Luca, uno dei sindaci (Salerno) col maggiore gradimento d'Italia. Rappresenterebbe una forte rottura con Bassolino (i due non si amano) e forse proprio per questo non si punterà su di lui. D'altra parte già a Salerno dovette rompere candidarsi di fatto da solo, contro la partitocrazia. Non mi sento di escludere ancora un Bassolino/ter, oppure Cascetta, assessore ai Trasporti, forse l'unico a salvarsi in questi anni di impero Bassolinano.
E in Puglia? La situazione della Puglia ce la facciamo raccontare da Curzio Maltese.

Il tramonto del laboratorio Puglia - la guerra balcanica che scuote il Pd

TUTTE le piste dell'inguacchio pugliese, come lo chiamano qui, per dire di un inciucio andato male, portano a lui, la volpe del Tavoliere, il leader Massimo. Magari capiva più di politica estera che non d'Italia e forse non ci libererà mai da Berlusconi. In compenso, nel far fuori chiunque gli possa fare ombra nel centrosinistra, D'Alema è sempre infallibile. Uno dopo l'altro, Prodi e Cofferati, Veltroni e Rutelli. Liquidata la pratica nazionale, è tornato nelle sue terre e in un mese ha schiantato i due miti locali, Michele Emiliano e Nichi Vendola. In cambio, s'intende, di un grande disegno. Il professor D'Alema aveva deciso che nel laboratorio pugliese dovesse nascere la nuova creatura del centrosinistra. Un mostro invincibile e un po' Frankenstein, con dieci partiti, una gamba di Casini qua, un braccio di Di Pietro là, un piede comunista e uno ex fascista, innestati sul corpaccione inerte del Pd. Ma il colpo di fulmine che doveva animarlo non è arrivato. Così l'inventore è ripartito sul destriero per Roma, lasciando il fido assistente Nicola Latorre a fronteggiare incendi e forconi. E l'incendio avanza, dilaga. "Al posto del nuovo centrosinistra allargato, si rischia di avere la spaccatura nel Pd, a Bari come a Roma", commentano allarmati i militanti. Di ora in ora s'incarognisce la battaglia fra i candidati, che alla fine potrebbero essere quattro. Due nel centrosinistra, Nichi Vendola e Francesco Boccia, e due a destra, Antonio Distaso, candidato ufficiale del Pdl, e la finiana Adriana Poli Bortone. "Di questo passo" è la sintesi dello scrittore Gianrico Carofiglio "le elezioni di marzo si presentano come un evento dadaista".


Chi avrebbe mai potuto immaginare una simile triste fine per la primavera pugliese. I fatti non contano più nulla. Bari la stanno ammazzando il pettegolezzo e le televisioni. Da un anno la città sta sulle prime pagine per storie di malaffare e cocaina, escort e appalti, e parentopoli. Alla fine gli stessi pugliesi vi si specchiano. Eppure, al netto di scandali tutti ancora da dimostrare, di processi da celebrare chissà quando, Bari e la Puglia rimangono agli occhi di chi arriva l'unico pezzo d'Europa a sud di Roma, l'unica area meridionale non riducibile a una Gomorra di rifiuti, mafie, frane, rivolte, collasso sociale. Lo sanno tutti, a destra e a sinistra. Lo dicono le statistiche, gli indicatori di crescita per cui la Puglia è seconda alla sola Lombardia. Lo vedono gli inviati sull'eterno "caso Bari" come i trecento clandestini sbarcati l'altro giorno dall'inferno di Rosarno nel lindo aeroporto di Palese.

Non si capisce allora la ragione di questa guerra balcanica nel centrosinistra. Se non appunto per via della condanna a essere il "laboratorio della politica nazionale". "Un'antica iattura - commenta il sociologo Franco Cassano - Dai tempi di Aldo Moro, giù fino al pentapartito e ora a questa vicenda. È chiaro che la partita era nazionale. Era il segnale di un ritorno al primato dei partiti. Basta Vendola e basta pure Emiliano. Basta con le primarie, che qui in Puglia sono nate, almeno quelle vere. Basta con la cosiddetta società civile. La ricreazione è finita. Un progetto coloniale che qui ha sempre fallito e che considero sbagliato. Ma al quale si potrebbe riconoscere una dignità se almeno fosse stato chiaramente esposto. Invece si è andati avanti a colpi di vertici segreti, trovate tattiche. Il risultato è lo scoppio del laboratorio. Ora se il centrosinistra vuole salvare la faccia deve fare una veloce retromarcia e tornare alle primarie". Primarie, primarie ripetono gli intellettuali pugliesi, ma anche la gente al mercato. E ormai le primarie le vuole anche mezzo Pd romano. "Perché sono nello statuto del partito" ricorda la presidente Rosy Bindi. "Ma prima ancora sono iscritte nel senso comune" aggiunge un pugliese ormai romanizzato come il produttore di cinema Domenico Procacci. La pressione è forte e ieri i delegati dell'area Emiliano, entrati in assemblea per votare a favore di Boccia, sono usciti dicendo "primarie". Nell'imbarazzo dello stesso sindaco Emiliano, che di imbarazzi ne ha avuti e ne ha procurati molti in tutta la vicenda, compresa l'impronunciabile richiesta di una legge ad personam per candidarsi alla Regione.
A opporsi è rimasto quasi soltanto Francesco Boccia, che sui manifesti a favore delle primarie ironizza pesante: "La solita sinistra da bere che Vendola si è conquistato con le consulenze in regione. Fare le primarie oggi significa perdere subito l'Udc, quindi il progetto di nuova alleanza".

Ma intanto le centinaia di giovanissimi volontari che lavorano per Vendola non hanno l'aria da salotto, le migliaia di messaggi sui web non li paga la Regione. Gli strateghi hanno molto sottovalutato il fenomeno Vendola, che è mediatico prima che politico. Il compagno Nichi è un combattente. L'aveva annunciato fin dalla prima riunione con D'Alema: "Se credete di farmi fuori o che io mi faccia da parte, vi sbagliate. Io vado avanti, farò il martire. Che alla fine, paga sempre". E l'ha fatto benissimo, il martire dell'orrida casta politica, soprattutto in televisione da Santoro. Oggi paradossalmente sembra lui, il governatore uscente, il capo della rivolta contro il palazzo. Vendola ha dalla sua argomenti popolari e contro di lui veti incomprensibili. Perché alla fine non lo vogliono più? Perché Casini, che pure gli testimonia grande stima personale, non vuole Vendola? Perché è gay? Perché è comunista? Oppure perché non vuole privatizzare l'acquedotto pugliese, magari al gruppo Caltagirone? Perché i dipietristi non lo vogliono? Perché non ha cambiato la sanità pugliese? Ma in procura negano di avere nulla a carico del governatore. "Tranne un'intercettazione dove cercavo di "raccomandare" come primario un ex docente di Harvard, vedi che colpa" dice l'interessato. Non sarà allora perché non ha mai dato un assessore all'Idv in giunta? Sospetti, dietrologie. "Le solite fesserie dei giustizialisti" liquida Nicola Latorre.

E magari sarà vero. Ma vi sarebbero meno sospetti e dietrologie se il Pd avesse messo in campo un criterio chiaro. Le primarie vanno bene per eleggere il segretario regionale e quello nazionale, ma non per il candidato governatore. L'alleanza con l'Udc è irrinunciabile in Puglia, ma era facoltativa nel Lazio. Non si capisce neppure chi comandi oggi nel Pd, se D'Alema o Bersani, che nella vicenda pugliese, dove il partito si gioca la faccia, non s'è ancora mai visto. Oppure magari comanda Casini, tecnicamente segretario di un altro partito, o forse nessuno. L'unica cosa certa è che il laboratorio è fallito e qualcuno deve prenderne atto. Tira aria di ritirata strategica. Il primo a fiutarla è stato Antonio Di Pietro, che ora è pronto a tornare sul nome di Vendola: "Lui o un altro, ma in fretta. O 'sto candidato lo vogliamo scegliere dopo le elezioni?".

A new beginning?

Ho voluto spostare il blog su questa nuova piattaforma essenzialmente per due motivi. Al punto 1 metto la scarsa ispirazione che ormai da qualche mese mi aveva colpito. Rileggendo un po' il vecchio blog per importare quasi tutti i vecchi post, ho notato che la maggior parte dei miei scritti riguardavano il basket, poi scomparso vista l'apertura di basketblog; dischi, che per mesi non ho ascoltato per motivi "tecnici"; e qualcosa di politica, dalla quale ho provveduto a distaccarmi il più possibile per una specie di repulsione dopo i viaggi a New York e in Scozia.
Al punto 2 metto la piattaforma. Splinder è freddo, poco funzionale. Blogger mi è sembrato più immediato per uno che litiga parecchio con la programmazione web. Nelle scorse settimane mi era venuta voglia di scrivere qualcosa, ma mi prendeva il nervoso quando aprivo quella pagina. Quindi, via splinder.

Cosa ci sarà in questa nuova versione? Quello che mi passa per la testa.