lunedì 29 marzo 2010

Datemi un porcino e vi solleverò il mondo

La mattinata non è iniziata nel migliore di modi: l'orologio mi ha cambiato da solo l'ora legale e non sapevo che lo facesse. Risultato? Sveglia alle otto - di domenica! - anziché alle nove. Poco male, non c'è niente di meglio di una sana scopata a prima mattina. E infatti mi son recato al seggio a farmelo mettere nel culo.
Dopo questa battuta d'avanspettacolo, passiamo al fulcro del post. Scampagnata domenicale, era da tanto che non ne facevo una. La prima domenica primaverile è coincisa con la presenza di Puccio (un amico dal cranio di beluga che s'è trasferito a Milano, ndV) e così abbiam pensato bene di andare a farci un giretto.
La meta il ristorante "Il Gastronomo" di Montemarano, frazione Ponteromito, in provincia di Avellino. Frazione alla quale si accede, almeno secondo il TomTom, da una discesa ripidissima, dove i miei freni fumanti han pensato bene di farsi anche loro una scampagnata. Credo siano ancora là.
Per fortuna al termine della discesa c'è proprio il ristorante, quindi sollievo per noi e per la macchina.
Gli antipasti li gestisce la casa: bruschette con pomodorini e con crema di tartufi; prosciutto crudo, ricotta di Montella e scamorza; involtino di prosciutto crudo con crema di tartufo; scagliette di polenta; insalata rucola, scaglie di parmigiano e porcini; funghi porcini arrostiti (una meraviglia, si scioglievano in bocca); purè con uno strato di provola e porcini.
Per primo io punto sui cavatielli con pomodorini, lardo di colonnata e ricotta di Montella grattugiata. La maggioranza si butta invece su degli ottimi ravioli di ricotta al tartufo.
Per secondo c'è chi va sull'agnello, chi va sulla bistecca, io sento pronunciare ancora una volta la parola "porcini" e quindi per me una tagliata di controfiletto ai funghi porcini.
Dolci meravigliosi anche da vedere. Al classico tortino al cioccolato si accompagnano un cestino di pastafrolla con crema di limone e frutta e un millefoglie all'amarena.
Tutto ottimo e a prezzo conveniente.

Escursione consigliata nei dintorni: Laceno con il suo lago. Trattasi di rinomata, a quanto pare, località sciistica. Arrivati a Bagnoli Irpino si sale parecchio, arrampicandosi sui tornanti, e si arriva al lago. Visto il periodo, tanta quiete. Per gli amanti dell'avventura circumnavigando il lago è anche possibile imbattersi in un residence abbandonato abbastanza spettrale.

sabato 27 marzo 2010

Quintorigo live @ Piano di Sorrento - 26/03/2010

Son passati parecchi anni dall'ultima volta che ho visto i Quintorigo. Son cambiate molte cose. Allora me li vidi in stampelle, De Leo aveva lasciato da poco il gruppo e c'era Luisa Cottifogli, brava ma non a suo agio.
Questa volta suonano a Piano di Sorrento, al Marianiello Jazz Caffè (ottimo il white russian, a proposito) e si presentano con il nuovo cantante Luca Sapio. Apre un gruppo di supporto che francamente ignoro. C'è una ragazza che si lamenta in una lingua a noi sconosciuta. Alla fine scopriremmo che son parole di sue invenzione, inserite là per la musicalità. Esperimento carino ma un po' pesante, considerato anche che il locale ci aveva accolto con il nuovo disco di Peter Gabriel che, con tutto il bene, è leggero come Platinette.
Tornando ai Quintorigo, il repertorio, lo dice il titolo dello spettacolo ("Le origini") è quello classico. E allora c'è curiosità.
Spesso è ingeneroso fare un confronto con il passato, specie in casi come quelli di De Leo, che con la sua voce era lo strumento aggiuntivo dei Quintorigo. Ma, allo stesso, tempo, sfuggire ai confronti è inutile, soprattutto se ti vengono serviti sul piatto d'argento.
I quattro musicisti son bravi, bravissimi. E su questo non c'eran dubbi. Sciorinano il meglio del repertorio, attingendo a piene mani da Rospo e Grigio. La prestazione di Sapio invece non convince, tranne che su alcuni brani (La nonna di Frederick lo portava al mare, Kristo sì, Highway Star), che più si adattano al suo modo di cantare un po' urlato e gracchiante. Il problema è che spesso l'impressione è quella di vedere un cantante che cerca di fare De Leo, non avendo però la sua capacità di cambiare ritmo e soprattutto registro più volte nel corso del pezzo. Purtroppo ne risentono pezzi come Grigio ed Heroes, che comunque non è che sian facili facili da cantare.

venerdì 26 marzo 2010

Verso le regionali/5

Dubito si concretizzerà la rimonta di De Luca. A mio avviso Caldoro vincerà per un paio di punti percentuali, mentre il Pd prenderà una discreta batosta dal Pdl, diciamo attorno ai 7/8 punti di differenza.

Intanto, si sparano gli ultimi fuochi di questa campagna elettorale. E per sventare la rimonta, il Pdl si affida allo strumento più importante. Lavoro? No. Sanità? No. Il calcio.

"Ci dispiace per il sindaco di Salerno De Luca che in questo momento rischia politicamente di finire ultimo in classifica, proprio come la Salernitana". Lo dice in una nota l'on. Marcello Taglialatela, vice-capogruppo alla Camera e coordinatore Grande Città di Napoli del Pdl, replicando al candidato del centrosinistra Vincenzo De Luca. "De Luca non sembra certo un portafortuna, considerato l'andamento della squadra della sua città - conclude - e quindi a proposito della Coppa dei Campioni e delle sue speranze per gli azzurri una sola preghiera: su questo faccia almeno come la Iervolino, non parli del Napoli perché rischia di portare male".


"Stimo molto Caldoro, è un uomo di grande esperienza ed è stato ministro. Una persona pacata, con una grande cultura del fare. De Luca è un'altra persona che stimo, appartiene pure lui al partito del fare, solo che non è tifoso del Napoli e quindi non lo posso appoggiare". Il presidente del Calcio Napoli, Aurelio De Laurentiis, ha parlato così - in una intervista a Radio Marte - dei due principali candidati alla presidenza della Regione. "Non so se chi ha fatto il sindaco di Salerno possa fare bene anche da Governatore di un'intera regione", ha concluso De Laurentiis, riferendosi a De Luca.

Che è sta puzza?

Una testimonianza sulla situazione dei rifiuti in Campania tratta da L'Espresso. Utile.


Le piramidi di rifiuti sono tutte lì, lasciate a marcire sotto il primo sole di primavera. Tra le 500 mila tonnellate di sacchetti putrescenti spuntano qua e là copertoni, bidoni arrugginiti, qualche tubo di ethernit. Milioni di buste puzzolenti, ammassate sui terreni sequestrati dallo Stato a Francesco 'Sandokan' Schiavone, formano gigantesche torri di monnezza, mentre sul terreno enormi pozze di acqua piovana si trasformano sotto l'occhio annoiato dei gabbiani in percolato tossico destinato a tracimare nei canaletti dei Regi Lagni. Acque che vengono utilizzate per irrigare i campi vicini, coltivati a cocomeri o ad agrumeti, e territorio di pascolo delle bufale; acque nere che alla fine del loro percorso scaricano i loro veleni direttamente in mare. Un panorama infernale: 'L'espresso' è riuscito a entrare all'interno della discarica di Santa Maria la Fossa, il buco dentro cui in piena emergenza-rifiuti sono state nascoste le schifezze di Napoli e dintorni. Un viaggio che permette di raccontare, anche attraverso foto e filmati esclusivi, cosa succede realmente nelle discariche volute da Silvio Berlusconi e Guido Bertolaso per risolvere lo scandalo che due anni fa ha messo in ginocchio la Campania e il suo capoluogo. Un'emergenza che, tra promesse e bugie, è in realtà ancora da risolvere.

Viaggio all'inferno. A presidiare Ferrandelle c'è l'Esercito, più otto guardie giurate della Gesa, una società di Casagiove. Fuori, c'è un via vai di camion che vanno e vengono dalla vicina discarica di San Tammaro. Dentro, c'è un quartiere costruito con i sacchetti, con cui sono state erette 17 strutture alte una trentina di metri. Molte non sono coperte dai teli speciali. Di fronte alla 'piattaforma delta' (la chiamano così), in una piazzola svuotata si è formata una 'piscina di percolato' lunga una ventina di metri. Sembra una di quelle regolamentari, ma qui non si azzarderebbe a nuotare nemmeno una rana. Appena dietro l'angolo si staglia una collinetta di detriti realizzata fuori dagli spazi allestiti, che 'galleggia', letteralmente, sopra un'immensa pozza d'acqua.


Ogni giorno, solo da qui, partono 20 autobotti per smaltire altrove il percolato. Quello, almeno, che non scompare infiltrandosi nel terreno. Ogni viaggio costa alle casse pubbliche 1.800 euro tondi tondi. Un servizio quotidiano da 36 mila euro, che in due anni fa un totale mostruoso che supera i 20 milioni. Ferrandelle, Italia, è solo uno dei quartieri che formano la grande città dei rifiuti nata in provincia di Caserta: in 3 chilometri quadrati si contano quattro mega discariche, di cui una sola ancora attiva. Quattro milioni di tonnellate di monnezza 'tal quale', circondata da frutteti e allevamenti che producono cibo che arriva sulle tavole degli italiani. "L'emergenza è finita. Abbiamo fatto interventi concreti, seri e reali che rispettano l'ambiente, a differenza di quello che alcuni vanno dicendo", aveva spiegato Bertolaso lo scorso novembre, replicando a chi sosteneva che il piano non stava funzionando a dovere. Le immagini di Ferrandelle e di San Tammaro su www. espressonline.it dimostrano come l'ambiente e la salute siano in realtà l'ultimo dei problemi che si sono posti i governanti affrettati a pulire le strade dai sacchetti. Le conseguenze potrebbero essere devastanti, e la storia dei sopravvissuti di Maruzzella, la prima discarica dell'area San Tammaro, fa da monito. "Nel 1996 eravamo in 20 a lavorarci dentro", racconta il direttore Antonio De Gennaro: "Oggi siamo rimasti in 12, tutti a ripulire le ecoballe destinate ad Acerra dai materiali ferrosi. In cinque sono morti di tumore e altri tre, incluso il sottoscritto, stanno lottando contro il cancro".

Inceneritori? No grazie. Dopo i giorni della vergogna, il 2010 doveva essere l'anno che sanciva definitivamente il ritorno alla normalità. Invece è iniziato nel peggiore dei modi. Prima la condanna all'Italia della Corte di Giustizia europea "per non aver creato una rete adeguata di smaltimento" e il blocco di 500 milioni di fondi comunitari, poi le immagini sui giornali del centro di Napoli nuovamente sommerso dai sacchetti. Se le foto sono simili a quelle scattate nel 2008, il lezzo è identico. È la puzza di monnezza bruciata, di sacchetti in decomposizione, è odore di affari e camorra, che come un avvoltoio non ha mai abbandonato uno dei suoi business preferiti: pure in questa fase - sospetta la Digos di Caserta che ha aperto un fascicolo - i boss dei Mallardo e delle famiglie di Casal di Principe hanno probabilmente continuato a guadagnare, piazzando imprese colluse nell'affare della raccolta. Di fatto, il miraggio evocato come un mantra da Berlusconi&Bertolaso si è dissolto al primo problema amministrativo. È bastata una protesta dei lavoratori del consorzio Napoli-Caserta per il mancato pagamento degli stipendi e il blocco dell'accesso a uno dei siti aperti negli ultimi 18 mesi per mettere in ginocchio l'intero sistema.

I limiti del decreto 195, che sulla carta sanciva la fine del disastro, sono evidenti. Il sottosegretario ha varato cinque nuove discariche per liberare subito le strade dai rifiuti, in attesa di dotare la regione degli inceneritori necessari e di una raccolta differenziata che riducesse al minino la quantità di spazzatura da bruciare. Ma l'unico termovalorizzatore funzionante è quello di Acerra che, tra continui stop and go, a fine febbraio ha finalmente terminato il collaudo e presto funzionerà a pieno regime. Sempre che il controllo delle emissioni nocive non determini altre fermate: le prove generali avevano generato più di un allarme, con il continuo sforamento dei limiti consentiti. Qualcuno si è pure divertito a manomettere le attrezzature da migliaia di euro che l'Arpac ha sistemato a ridosso del camino. Tanto da spingere l'Agenzia regionale per l'ambiente a lamentarsi, nero su bianco, con il nuovo gestore, la milanese A2A. Gli altri impianti vaticinati da Bertolaso non esistono: il progetto di Santa Maria La Fossa, adocchiato subito dai clan e finito nelle carte dei pm che hanno chiesto l'arresto di Cosentino, è bloccato. Per quello di Napoli c'è solo l'indicazione di massima dei suoli, mentre a Salerno la gara indetta dal sindaco Vincenzo De Luca, candidato governatore per il centrosinistra, è ferma tra ricorsi e controricorsi. Se tutto va bene, ci vorranno altri quattro anni, forse anche di più, prima di avere il secondo inceneritore utile. A quel punto, tutte le discariche aperte oggi in Campania saranno strapiene.

Miraggio differenziata. Con una raccolta differenziata ancora inchiodata al 22 per cento (ma Napoli sfiora il 18, Caserta non arriva nemmeno al 14), i cinque siti rischiano di reggere massimo due anni. L'invaso di Chiaiano è pieno per metà, quello Terzigno è quasi colmo. Ecco perché, malgrado il parere negativo della Conferenza di servizi, a poche centinaia di metri dalla ex Cava Sari sarà presto inaugurata Cava Vitello, con un invaso ancora più grande: oltre un milione di tonnellate di capacità. Con buona pace dei soldi (1,2 milioni di euro) che ogni anno il ministero dell'Ambiente versa nelle casse del Parco nazionale del Vesuvio per tutelare la biodiversità dell'area naturale. E dei cittadini di Boscoreale, comune limitrofo, raggiunti ogni giorno dalle zaffate dello sversatoio: esasperati, nelle scorse settimane hanno assediato per protesta il Municipio, e in occasione della visita elettorale del ministro Mara Carfagna hanno lanciato contro la sua auto un po' di spazzatura.

Ogni anno in Campania si gettano 2,5 milioni di rifiuti: la ricetta di B&B non è riuscita a far diminuire la produzione. I comuni che non raggiungono le percentuali di raccolta differenziata previste dalle nuove regole, dovrebbero essere sciolti all'istante. Ma finora sono stati firmati solo sette decreti, che poi sono stati puntualmente annullati dal Tar. Oggi appena 500 mila tonnellate l'anno vengono riciclate, oltre un milione finisce direttamente in discarica, il rimanente continua a essere compresso e avvolto nel cellophane per essere poi distrutto negli inceneritori. Ma visto che l'arretrato è da record, il 40 per cento di quello che dovrebbe essere trattato nei compattatori finisce in sversatoi tradizionali. Raggiungere i dati del Nord, vicini al 50 per cento, sembra pura fantascienza: la differenziata è un'operazione che non conviene ai campani, costretti a smaltire l'umido in impianti lontani dalla regione, per un costo che supera i 200 euro a tonnellata. Eppure esiste un sito per produrre compost già bell'è pronto, proprio di fronte a Ferrandelle. Incredibilmente è stato utilizzato per accatastare ecoballe. I macchinari all'interno non sono mai stati usati e le vasche sono vuote. "Una tristezza", commenta laconico un tecnico che conosce il deposito.

Debiti, consorzi e promozioni. Con l'addio di Bertolaso, le province della Campania hanno ereditato, oltre a tutti i poteri, anche problemi di una gestione folle durata 16 anni. È un serpente che si morde la coda: la gente non paga, i Comuni accumulano debiti verso la struttura commissariale (siamo oltre i 300 milioni di euro), i consorzi provinciali ereditano il buco e non pagano gli stipendi dei dipendenti. Non solo. I consorzi sono strutture ingolfate con personale spesso inutilizzato, che sprecano soldi a go-go. Il consorzio Napoli-Caserta (sulla cui gestione i pm stanno indagando da mesi) è, per esempio, gestito di fatto dal direttore generale Antonio Scialdone, uomo di fiducia di Nicola Ferraro, consigliere regionale uscente dell'Udeur coinvolto in numerose inchieste di camorra.

A gennaio, quando c'era da gestire il passaggio di consegne tra la struttura in liquidazione e la neonata società provinciale, Scialdone ha avviato paradossalmente una massiccia campagna di promozioni. Almeno 70 operai e impiegati si sono visti aumentare lo stipendio. Alcuni di loro sono candidati per il centrodestra alla provincia di Caserta. Per la Regione corre la moglie dello stesso Scialdone, Michela Pontillo, candidata con la lista che unisce l'Mpa e il Nuovo Psi di Stefano Caldoro, il campione del Pdl. Anche la sorella di Scialdone, Lina, è in politica: alle elezioni comunali di Vitulazio, nel Casertano, è risultata la più votata. Quando nelle scorse settimane nel piccolo centro di Terra di Lavoro è partito il progetto per la raccolta differenziata non si è badato a spese: fuochi d'artificio, majorettes, la banda. Tutto a carico del consorzio. "Mio marito è come Berlusconi", ha risposto la Pontillo a chi criticava, "una vittima degli attacchi ad orologeria di una sinistra ormai defunta". Bertolaso e il premier continuano a nicchiare e parlare di trionfo del buongoverno, ma una cosa è certa: senza tagli agli sprechi e un piano industriale serio, chi lavora nei consorzi presto incrocerà nuovamente le braccia e interromperà la raccolta. I soldi stanziati dalle provincie per gli stipendi arretrati, poco più di 4 milioni, stanno già finendo. La guerra contro la monnezza è ancora tutta da vincere.

martedì 23 marzo 2010

Verso le regionali/4

Curioso, davvero curioso il richiamo di Bagnasco, pochissimi giorni prima delle elezioni, al voto contro l'aborto. E cosa c'entra il voto regionale con l'aborto? Si starà mica riferendo a qualche candidato in particolare, magari autore di battaglie per la laicità, magari candidata a pochi metri da Città del Vaticano?

Poche ore prima, Berlusconi aveva lodato la lettera del Papa sulla pedofilia.

domenica 21 marzo 2010

Superhero

Forse non lo sapete, ma ho salvato il mondo.
Bill Clinton, divenuto comandante in capo delle forze armate americane, è venuto a casa mia ad annunciarmi la volontà di invadere la Cina, a causa di alcune operazioni militari, ad opera del governo orientale, che avevano colpito due villaggi cinesi.
Mappa alla mano, sono riuscito a fargli capire che non si poteva scatenare la terza guerra mondiale per due villaggi, e che si andava nuovamente a mettere il becco in vicende interne ad un altro stato.
Non bastavano le figuracce fatte in Iraq?
Piuttosto, se proprio si voleva intervenire, una soluzione poteva essere rappresentata dal blocco economico nei confronti della Cina, difficile da perseguire, ma forse praticabile.
Il vecchio Bill mi ha dato ragione. Non ringraziatemi.







Eppure ieri sera avevo mangiato solo un pezzo di pizza...

giovedì 18 marzo 2010

Amici/nemici

Rubo da Giornalettismo questo simpatico articolo in cui si parla della fuga di notizie sull'inchiesta di Trani. La Repubblica e Il Giornale, che negli ultimi mesi si son detti peste e corna a vicenda, sono stati i primi quotidiani a pubblicare le intercettazioni di Berlusconi che, ossessionato da Santoro, chiama un'ora sì e l'altra pure mezza Italia per lagnarsi.



Il cronista di Repubblica che entra nell’ufficio del Pubblico Ministero e ne esce poco dopo con un fascicolo in mano. Quello del Giornale aspetta fuori controllando che non arrivi nessuno. Questa la ricostruzione, secondo un’inchiesta-lampo della Procura di Trani, che ha permesso ai due giornali di pubblicare ieri i testi delle intercettazioni in cui Giancarlo Innocenzi parlava con Gianni Letta del problema-Santoro e dei desiderata del presidente del Consiglio.

IL CORRIERE FA LA SPIA - Secondo il Corriere della Sera, che ne dà conto nelle pagine interne del quotidiano in un articolo non firmato, il cronista di Repubblica è stato convocato stamattina in Procura come persona informata sui fatti per essere interrogato su quanto accaduto. Si parla delle telefonate intercorse tra Innocenzi, Masi e Letta e che riguardano anche Paolo Ruffini, “cacciato” secondo il Direttore generale per fare un favore a Berlusconi. L’ipotesi di reato è furto e ricettazione in concorso con altri, anche se non sono ancora chiare le dinamiche e soprattutto gli indizi a favore della ricostruzione. C’è però almeno una prova documentale, a quanto pare: rivedendo le immagini delle telecamere a circuito chiuso dei corridoi del Tribunale si notano il cronista convocato che, insieme al collega, si ferma davanti a una stanza (che apparterrebbe a uno dei PM titolari dell’inchiesta). Nella sequenza, sempre registrata dalle telecamere del Tribunale di Sorveglianza, si vedrebbe uno di loro che entra nella stanza per qualche minuto, mentre l’altro rimane fuori dal corridoio. Le stesse telecamere mostrano poi i due che si allontanano dalla stanza. Il giorno dopo le telefonate finiranno su Repubblica e Corriere. E scatterà l’ennesima inchiesta per la fuga di notizie.

sabato 13 marzo 2010

Paris mon amour

2346 fotografie ad altissima risoluzione unite per un risultato di 26 gigapixels. Per gustarsi una veduta della Ville Lumiere dal proprio pc.
http://www.paris-26-gigapixels.com/index-en.html

martedì 9 marzo 2010

Verso le regionali/3

Mentre in Parlamento, superato il caos delle liste, si riprende a lavorare sulle vere esigenze del Paese(il legittimo impedimento... mica c'avevate creduto?), qui in Campania Rifondazione Comunista procede incessante a fare una campagna elettorale che si contrappone più a De Luca che a Caldoro.
Apprezzo la coerenza, ma se vogliamo continuare a martellarci le palle...

domenica 7 marzo 2010

Perché sei tutta bagnata?


Il nuovo lavoro di Martin Scorsese, Shutter Island, è l'adattamento cinematografico del libro di Dennis Lehane pubblicato in Italia con il titolo "L'isola della paura". Ho atteso con molta curiosità l'uscita del film, avendo letto parecchio tempo fa il libro e avendolo trovato molto bello, in grado di creare un'atmosfera cupa e inquietante. Inoltre, avevo già apprezzato la coppia Scorsese-Di Caprio in "The Departed", e quindi l'hype era altino, nonostante capiti spesso che le versioni su pellicola risultino meno efficaci di quelle su carta.
Il film mi ha soddisfatto. La riproduzione è abbastanza fedele, e Scorsese riesce a ricreare quell'atmosfera inquietante, in certi tratti anche claustrofobica, che traspare dalle pagine del libro. La recitazione di Di Caprio è ottima, mi ha impressionato molto positivamente il lavoro sull'incalzante sonoro.
Evitando lo spoiler, comunque abbastanza evidente dal trailer e anche abbastanza intuibile durante il film (poi vabbè, io il libro l'avevo letto anche se non ricordavo quasi nulla, vista la mia memoria ridicola), come ho detto Scorsese riproduce abbastanza fedelmente il libro di Lehane. Si prende una licenza, molto importante, sul finale, dandone una propria interpretazione che invece nel libro resta decisamente più sospesa e affidata al lettore. Purtroppo non posso dire di più, non son mica come quelli di Repubblica che hanno pensato bene di sputtanare i finale.

sabato 6 marzo 2010

Napo Orso Capo


Taccio per evitare di beccarmi il vilipendio, ma di porcate simili a memoria non ne ricordo.

giovedì 4 marzo 2010

Quando il nerdume si fa genio

La canzone non è niente di che (This Too Shall Pass degli Ok Go), ma il video è meraviglioso!