giovedì 19 novembre 2009

Parigi brucia


"They're all probably clapping hands, Platini sitting up there on the phone to Sepp Blatter, probably texting each other, delighted with the result."
Grazie lo stesso ragazzi, siete stati magnifici. Purtroppo doveva finire così. Avrei preferito perdere 4-0, e non uscire per un autogol e per quella cosa lì.

domenica 8 novembre 2009

Parole scomparse

Notavo ieri come il verbo "lavorare" sia ormai stato sostituito da "collaborare". Siamo una generazione di collaboratori.

mercoledì 4 novembre 2009

Alcune cose...

da sapere sulla Scozia. Alcune saranno oscure per chi non c'era, disponibile a spiegarle davanti a una pinta.

Accoglienza. Gentili, gentilissimi. E i bed & breakfast sono un toccasana.
Acqua. Pioggia, mare, laghi, cascate, fiumi. Siete circondati.
Bird, Andrew. Avevo qualche dubbio sul poter reggere un suo concerto per intero. Bravo, molto bravo. E totalmente scoppiato.
Castello. A Dufftown non potete non vederlo.
Cibo. Burgers a volontà, e mi dispiace per la povera Valentina che a un certo punto sembrava non poterne più, giustamente. Il problema della cucina ingl... ehm, scozzese, è che le materie prime son pure ottime, ma non sanno minimamente come cucinarle. Che senso ha friggere con chili e chili di pastella degli scampi freschi di oceano, ammazzandogli il sapore, e lasciarmi invece delle verdure bollite senza un minimo di condimento?
Cornamuse: Belle, caratteristiche, ma alla lunga quel piripiiiipiiii ti massacra.
Edimburgo. Città perfetta per un Erasmus. Tanti, tantissimi giovani. Il movimento sul Royal Mile. Due squadre di calcio. Twickenham. L'Arthur's Seat, l'altura che domina la città. I locali. La birra a prezzi stracciati, soprattutto se hai fatto la bella pensata di portare con te l'ormai vecchissimo tesserino universitario.
Fotografie: L'ossessione del viaggio, e per fortuna Marcello usava poco la sua. Nonostante questo, la mia cartella per sette giorni di viaggio segna quota 3,43 gigabyte.
Fringe: IL Festival. Un mese di eventi, in centinaia di location o per strada, in quel di Edimburgo. Imperdibile, anche se alla fine abbiamo notato una certa ripetitività tra i buskers. Pensavamo ci fossero solo poche persone in grado di attraversare con il corpo una racchetta da tennis, e invece...
Glasgow. Città celebre, nonostante il tentativo disperato di revisionismo marcellesco, per i suoi coltelli. Sta ad Edimburgo come Valeria Marini sta a Charlize Theron.
Golf: Pratica sportiva amata dagli scozzesi, che ci giocano nonostante tiri un vento della madonna.
Highlands cows: Son così belle, con quel ciuffo un po' emo.
Inverness: Località nota per un mercato vittoriano dove non entrano i turisti.
La guida a sinistra. Credo di non essere mai stato tanto teso quanto quelle 8 (!) miglia che ho fatto alla guida. Sembravo uno di quei vecchi col cappello. Per fortuna c'era Marcello con la sua guida più sportiva. Anche troppo, in alcuni casi.
Lingua. Son cazzi amari. Non pensate di essere al sicuro se conoscete bene l'inglese. Anche i nostri madrelingua in alcuni casi hanno dovuto alzare bandiera bianca.
Maggie: Bella sifolotta!
McGeady, Aiden: Idolo indiscusso del Celtic Park.
Musica. I wish I was a fisherman...
No vacancies means no vacancies. E non provate a convincerli del contrario.
Pantaloni. Si scivola, spesso. Portatevene tanti.
Pecore. Sono ovunque, e scappano come dannate. Non c'è modo di prenderle!
Premi. Non s'è capito il motivo, ma in Scozia hanno la strana abitudine di dare premi a tutto il premiabile, dal take away (vince The Chippy di Ullapool) in poi.
Pub. Se esiste il Paradiso, lo voglio come un pub, a bere birra (anche tiepida, fa nulla) e guardare una partita di football. Tra l'altro non sono un grande amante di calcio, ma quando sei là è impossibile non farti trascinare dal fascino.
Red Hot Chilli Pipers. Il nuovo fenomeno scozzese. Non c'è negozio di Edimburgo che non diffonda le soavi note del loro ultimo album, dal vivo, con tanto di dvd! Vi piacciono i Coldplay? Oltre a essere irrimediabilmente gay, adorerete la loro versione di Clocks!
Ragioniere: Colui che fa i conti.
Regno Unito? No, Scozia! Non azzardatevi, e ripeto, non azzardetevi, a parlare di English breakfast. Sarete puntualmente (e in alcuni casi, acidamente) corretti in "Scottish breakfast". D'altra parte, gli scozzesi tengono per due squadre: la Scozia e quella che gioca contro l'Inghilterra.
Skye. Se non è l'isola dei vostri sogni poco ci manca. Una città deliziosa (Portree), un birrificio locale (a Uig), panorami incantevoli (le Cuillin Hills dal molo di Elgol, Neist Point, Old Man of Storr) e tante stradine da esplorare.
Some Might Say. canzone degli Oasis complicata da suonare a Guitar Hero.
Strade. Se ti va bene sono a due corsie. Se ti va male a una, stretta, con spiazzi abbastanza frequenti per far passare le macchine che ti vengono incontro. Ma son tenute da dio e soprattutto son belle da vedere, perché ti trovi ste strisce d'asfalto che tagliano chilometri di nulla.
Varie ed eventuali. Grazie ad Annalisa, Marcello e Valentina, in rigoroso ordine alfabetico. Siete stati fantastici.

martedì 3 novembre 2009

Highlands guys


Grazie ai potenti mezzi tecnologici a mia disposizione, sono in grado di farvi vedere quello che più o meno (sull'isola di Skye non si capisce un cazzo) è stato l'itinerario del viaggio che quattro pazzi (io, Annalisa, il mai abbastanza onorato drugo e la mia abbastanza onorata Valentina) si son fatti quest'estate. Non ho avuto modo di tenere un diario, che avrei sicuramente intitolato "The Haggis Diaries", ma qualche considerazione spicciola sulla Scozia arriverà appena possibile. Sulle note di Fisherman's Blues dei Waterboys, ovviamente.

giovedì 11 giugno 2009

The rivalry

In questi mesi ci hanno fatto due palle cubiche sul duello Bryant vs. James. Capisco il marketing ma, con tutto il rispetto, non stiamo parlando di Magic e Bird e i due finora non si sono incontrati ai playoff manco per sbaglio.
Questa premessa acidella è finalizzata all’introduzione della lettura che ho appena concluso, ossia il libro di John Taylor “The rivalry”, incentrato sulle due figure che hanno permesso l’affermazione del basket Nba ai grandi palcoscenici: Bill Russell e Wilt Chamberlain, appunto. Il sottotitolo “Bill Russell, Wilt Chamberlain, and the golden age of basketball” è esemplificativo di quanto poi andremo a leggere. Non solo Bill e Wilt, ma un momento di intensa crescita di un basket in cui c’erano figure come John Havlicek, Bill Cunningham, Nate Thurmond, Jerry West, Elgin Baylor, Oscar Robertson. Una storia di due grandissimi giocatori che è la storia di un gioco che stava passando dal dilettantismo basato su patti tra gentiluomini a essere qualcosa di più, con dirette nazionali, minacce di scioperi di fronte alla mancata tutela previdenziale e cose di questo tipo.
Un gioco in evoluzione, in un paese in evoluzione. Sono gli anni dell’emancipazione nera, del Klan, di Martin Luther King Jr. e del suo assassinio, delle Black Panthers. Tutti fenomeni che si riflettono in un gioco che ha fatto da apripista all’integrazione razziale.
La storia di un paese raccontata attraverso la storia di un gioco. E la storia di un gioco raccontata attraverso le storie dei suoi maggiori protagonisti, in campo e non (Auerbach, ad esempio). Su tutti, Bill Russell e Wilt Chamberlain, così diversi tra loro ma due metà comunque combacianti di una stessa storia.

Almeno credo che il libro dica queste cose, perché l’ho letto in inglese. Una faticaccia…

lunedì 8 giugno 2009

Informazione

Speciale post-elezioni a Canale21. Interviene Tommaso Sodano, candidato alla Provincia per Rifondazione Comunista, probabilmente un po' arrabbiato per lo scarso raggiungimento del quorum. Sodano, uomo che ha sempre denunciato le schifezze anche della propria parte politica, parla di Cesaro come presidente "ingombrante". Di fronte alle proteste da studio inizia a snocciolare i verbali degli interrogatori in cui Gaetano Vassallo, imprenditore di riferimento del clan dei Casalesi, parla di collusioni tra Cesaro e la camorra.
Gelo in studio, momenti di imbarazzo, "noi non sappiamo di cosa sta parlando, non vorremmo che dal nostro studio fossero lanciati attacchi personali" e tentano di chiudere il collegamento. Sodano incalza: "Se volete possiamo parlare dell'attività da legislatore di Cesaro, che non ha mai fatto una proposta di legge in due legislature. Gli spettatori e gli elettori lo sapevano prima di andare a votare?". Collegamento chiuso frettolosamente, e si è tornato a parlare del nulla.

domenica 31 maggio 2009

Coppie del giorno d'oggi

C'è qualcosa che non va nella storia tra me e la mia ragazza. Poco fa ci siamo sentiti a telefono.
Lei si stava organizzando per andare allo stadio. Io stavo lavando a terra nei bagni.

giovedì 7 maggio 2009

Appunti newyorkesi/2

Il bello di New York è che, essendo una città con tantissime identità rinchiuse in uno spazio relativamente piccolo, nonostante l'enormità della città, qualsiasi tua esigenza può essere soddisfatta. Perché è la struttura stessa della Grande Mela a offrirti la possibilità di correre come un forsennato per le strade di downtown ma allo stesso tempo andarti a rilassare a Central Park oppure a Brooklyn Heights. L'esempio più scontato che mi viene in mente riguarda la catena di caffè Starbucks, presente praticamente a ogni isolato, e non sto esagerando. Se vai di fretta ti prendi il tuo caffè mocha (ottimo, grazie a Mattia per il consiglio) o il tuo frappuccino (rigorosamente double chocolate chip) e te ne scappi con tanto di fascetta attorno al bicchiere per non scottarti mentre cammini. Se invece vuoi rilassarti ti accomodi ai tavoli (se trovi posto), ti bevi il tuo caffè, ti mangi qualcosa, cacci il portatile e così via.
Insomma, hai la possibilità di fare ciò che vuoi, essendoci di tutto.

mercoledì 6 maggio 2009

Al voto, al voto

Solita discussione pre-elettorale con mio padre, ai bei tempi simpatizzante di Lotta Continua e Democrazia Proletaria, che ora si trova a votare Partito Democratico: "All'epoca vivevamo di ideali".
"Pà, a noi hanno tolto pure quelli".

lunedì 4 maggio 2009

Paris, en passant

Non ho vinto al Superenalotto, è che c'è stato un quasi accavallamento dovuto alla broncopolmonite di febbraio.
Detto questo, vanno dette le seguenti cose:
a) sempre più convinto che Alitalia dovesse fallire, o essere rasa al suolo, o qualcosa di simile. grazie di cuore a monty per il suo indispensabile aiuto nel rintracciare bagagli perduti dopo che erano rimasti a Milano a causa di una coincidenza non saltata per un pelo (un'ora di ritardo da Napoli perché mancava l'aereo (!!!), hanno bloccato il volo da Milano ma non hanno fatto in tempo a trasferire il tutto, immagino). Il fatto che dal giovedì sera le valigie siano arrivate in albergo alle 00.30 della domenica è allucinante, visto che bastava imbarcarle sul primo volo per Parigi. A quanto pare, sono partite (grazie all'Angelo custode, sennò stavamo freschi) da Linate la mattina del sabato, poi sono rimaste a prendere un po' di muffa a Charles De Gaulle.
b) Parigi è una città meravigliosa, ma sarebbe molto meglio se non ci fossero i parigini. Ok, sto generalizzando, ma sembra sempre che stai facendogli un piacere a comprare le cose da loro o a mangiare nel loro ristorante.
c) Non voglio fare l'antitaliano, ma mi sembra che Roma e Milano non siano all'altezza delle grandi capitali mondiali ed europee. Non tanto per le opere d'arte (nel caso di Roma, ovviamente), quanto per strutture, trasporti e collegamenti, vivibilità, spazi verdi.
d) Dieci euro per mezzo litro di birra, sti stronzi.

giovedì 30 aprile 2009

Appunti newyorkesi/1

Non c'entra un cazzo con la città, ma è una sensazione che ho elaborato là e che è comunque legata al viaggio. Non pensavo che dire che sono un giornalista potesse suscitare in persone così tanta ammirazione. Eppure mi è successo più di una volta che la mia risposta alla domanda "Che lavoro fai" fosse seguita da commenti entusiastici.
Nulla di male, per carità, ma a me sembra un lavoro come gli altri. Non nel senso che sia banale, ma nel senso che qualsiasi lavoro può essere il più bello o il più brutto del mondo a seconda di una serie di contingenze che in parte sono deducibili a te, in parte sono fuori dalla tua portata.

mercoledì 15 aprile 2009

L'ombra del vento

Come forse ho avuto già modo di accennare, ho uno strano rapporto con la lettura. Ci sono periodi molto lunghi in cui tocco una pagina. Poi arrivano momenti in cui consumo libri su libri. Vivendo uno di questi momenti, e non avendo a mia disposizione libri che mi ispirassero, ho chiesto consiglio a mio padre, che mi ha prestato L'ombra del vento di Carlos Ruiz Zafòn (l'accento andrebbe verso l'alto ma non ho voglia di aprire la mappa caratteri).
Ambientato in una Barcellona misteriosa, in una Spagna che usciva ora dalla guerra, tutto parte dal ritrovamento, da parte del piccolo Daniel, di un libro il cui autore è sconosciuto ai più. Da lì parte la ricerca di Daniel, che dura anni in cui assistiamo alla sua maturazione e ad alcune sorprendenti analogie con il libro ritrovato.
Di altissimo livello il personaggio di Fermìn.

Il libro è uscito nel 2001, ma ha conosciuto il successo solo in seguito al tam tam dei lettori. E forse, e questo lo capirete solo leggendolo, non è un caso.
A me è piaciuto molto, ma ho letto anche alcune critiche non proprio benevoli.

venerdì 3 aprile 2009

Vagando per la Corsica/8

Finiamo qui il lungo racconto del mio viaggetto corso della passata estate. Dunque, risveglio traumatico. La sera, prima di andare a dormire, avevamo messo ad asciugare degli asciugamani su una specie di rete metallica che divideva il campeggio da un prato vicino. Veniamo svegliati da campanacci provenienti appunto da quel prato, e mi fiondo fuori dalla tenda pensando al mio asciugamano preda di mucche golose. Per fortuna erano solo pecore scorazzanti, quindi possiamo dirigerci tranquillamento verso Sisco, una località a circa 20km (tutte di curve ovviamente) da Bastia, da dove partiremo il giorno seguente. Avete presente il "dito" della Corsica, ossia quel promontorio che si protende verso la Liguria? Bene, St. Florent si trova praticamente alla base sinistra del dito, mentre Sisco è più o meno nella metà della base destra. Ovviamente, avendo l'intera giornata a disposizione, non tagliamo per Bastia ma optiamo per fare il giro. Prendiamo quindi la D80, che percorre tutto Cap Corse. Non arriviamo in punta ma svoltiamo per Luri, tagliando quindi per l'interno. Si sale, si sale, si sale, si arriva alla fantomatica Torre di Seneca, dove dicono abbia passato il suo esilio (ma dovrebbe essere una balla), e poi si riscende.

Poco dopo Santa Severa, incontriamo una spiaggia dove c'è un'acqua tipo Bahamas. Per la precisione, la spiaggia di Misincu a Cagnano. Neanche arriviamo alla spiaggia: vediamo il mare, accostiamo in una piazzola, e ci fiondiamo lungo una ripidissima discesa che porta su degli scogli, a debita distanza dalla spiaggia. C'è solo una signora che prende il sole, per il resto è un paradiso tutto nostro.
Il camping è molto carino, arrampicato su una montagna con piazzole "naturali" divise da alberi e pietre. C'è una coppia di piemontesi ossessionata dal cane che è con loro (Jimmyyyyy.... Jimmyyyyy) ma va bene così.
La sera andiamo a Erbalunga, porticciolo molto carino e chiudiamo alla grande anche il nostro tour gastronomico, cenando a L'Esquinade: classica zuppa corsa di pesce con crostini, salsa rouille e formaggio; delle ottime cozze con burro e pesto; la solita orata per Lisa e una signora anatra al miele e maquis per me, saporitissima.

Un paio di dati chilometrici: abbiamo percorso in totale, compresa andata e ritorno da Napoli, 1800km. Tempo in auto: 32 ore e 44 minuti. Velocità media: 55 km/h. E se considerate che nella media dovete considerare circa 800km di autostrade a 130 km/h, potete immaginare quanto si vada piano in Corsica!

giovedì 26 marzo 2009

Vagando per la Corsica/7

La strada che da Calvi porta a St. Florent è abbastanza massacrante. Si passa per il deserto degli Agriates, che non è un vero e proprio deserto ma una zona aspra, selvaggia. Il problema è che sono tutte curve decisamente ravvicinate, non fai in tempo a finirne una che già stai svoltando di nuovo.
Alloggiamo poco fuori St. Florent, ma come sempre l'obiettivo principale è quello culinario, visto che - guarda caso - arriviamo per pranzo. Ci fiondiamo all'Osteria di San Martinu, a Patrimonio, che è consigliata dalle guide, e ci facciamo servire ottime cote de porc e cote d'agneau, innaffiati da vino locale.
Ecco, il vino locale. Allora, Patrimonio è un paesino che più o meno si affaccia su una strada principale che sale per colline che hanno la fortuna di essere dolci, a differenza della maggior parte dei rilievi corsi, e baciate dal sole. In poche parole, a quanto pare è una zona adatta per il vino, e infatti la strada di cui sopra conta 6/7 aziende vinicole. Ovviamente, le più celebri diventano mete da visitare. Si degusta, si compra, si riempie il portabagagli ormai stracolmo. La sola Annalisa porterà a casa 20 (venti, contate, non si esagera) bottiglie di ottimo vino corso. Io meno della metà, mi concentro più sui salami per mio fratello. Per fugare sospetti di alcolismo, segnalo che nel momento in cui sto scrivendo alcune bottiglie devono ancora essere consumate.
Detto questo, si torna al livello del mare, per una breve sosta in spiaggia e poi St. Florent, che è molto carina nonostante il casino. Per meglio dire, c'è la piazza centrale che è moderna ed evitabile, ma poi ci sono angoli piacevoli come quello nella foto sotto.
Si vede che siamo vicini, in linea d'aria, all'Italia, perché la conformazione della zona ricorda molto zone litoranea italiane. Ora, non sono mai stato in Liguria, ma me la immagino molto simile.
Tra l'altro dietro a quei palazzi c'è la zona più moderna, e soprattutto un porticciolo turistico che è enorme se confrontato alla piccolezza del paesino. Ma di barche ce ne sono davvero tantissime, alcune della quali da spavento. Mangiando a Le Catebas (almeno mi pare), dove siamo serviti da cameriere visibilmente alticce nonostante fosse abbastanza presto, fantastichiamo sui possibili introiti di un'attività gastronomica in zona.

(Avrei finito la puntata, ma giusto per non smentirmi vi dico che abbiamo mangiato insalata di mare, buona e fresca, Lisa un'orata e io delle triglie piene di erbette. Mangiato bene, i piatti molto curati anche esteticamente).

venerdì 20 marzo 2009

Vagando per la Corsica/6

Ultima giornata a Calvi e dintorni, la giornata prevede un giro della Balagna, ossia la zona immediatamente alle spalle di Calvi, dove iniziano a spuntare le prime montagne. Prendiamo la D451 e si inizia subito a salire. Il primo paese è Montegrosso dove già si vede un bel panorama: il comune è diviso in diverse frazioni che si susseguono strada facendo incastrate tra le montagne. Dopodichè c'è Zilia, località celebre per l'acqua che viene imbottigliata. Ma noi, da vecchi ubriaconi che non siamo altro, leggiamo che in zona c'è l'azienda vinicola che produce il Domaine d'Alzipratu. La troviamo un po' a fatica. Essendo domenica, sarebbe chiusa, ma il gestore ci fa assaggiare un po' di vino senza problemi. Ora non ricordo esattamente, ma mi pare fosse marocchino. Comunque, era musulmano, e la cosa ci lascia un po' stupiti. Facciamo due chiacchiere tentando di capirci - un po' a fatica - e lui ci spiega che molti anni prima era venuto in Corsica, gli era piaciuta, si era trovato bene, e aveva deciso di trasferircisi. Da cosa nasce cosa ed eccolo là...
Prendiamo qualche bottiglia che sistemiamo nel bagagliaio, che ormai sembra sempre di più un supermercato, e ci rimettiamo in marcia verso Calenzana, famosa perché da lì solitamente parte il GR20. Dico solitamente perché volendo uno può partire anche dall'altra parte, però normalmente si inizia da qui. Paesino tranquillissimo, c'è qualche escursionista, dietro si vedono delle montagne. Giriamo un po' fino a pranzo, e a quel punto dirottiamo la nostra attenzione su Chez Michel (noto anche come La Calenzana). Ora, Michel è il proprietario, assomiglia tremendamente a Steve Nash, ha fatto il cuoco a Parigi e anche lui si è trasferito in Corsica. Per primo ci propone un ottimo cinghiale alla corsa. Cinghiali che caccia lui nel corso dell'anno. In un altro recipiente ci portano degli spaghetti che ovviamente tocchiamo poco. Il capolavoro è nell'aria... ed è il soufflè al brocciu. Temevamo fosse una bomba calorica, invece è un dolce soffice e gustoso. Fantastico.

A fatica, ci rimettiamo in auto, prendiamo la D151 e poi la D551, e si continua a salire verso Sant'Antonino, un paese totalmente arroccato su un'altura. Più che farci una camminata per il paese, lo scaliamo, visto che ci sono dei tratti in pietra, che tra l'altro portano ad abitazioni! Ci immaginiamo le anziane signore corse a trascinare senza problemi la spesa per le pareti rocciose, e caracolliamo verso Pigna.
Pigna è un paesino ancoooora più piccolo che si stava spopolando irrimediabilmente. Cosa hanno fatto allora? Lo hanno trasformato in una sorta di riserva artistica, alla quale puoi accedere rigorosamente a piedi. Uno dopo l'altro, si succedono laboratori di musica, ceramiche, scultura, pittura e quant'altro.
A quel punto si riscende verso Corbara e siamo di nuovo in riva al mare, per l'ultima serata al campeggio e a Calvi. Non resistiamo, e bissiamo il vitello di U Minellu.

lunedì 16 marzo 2009

Vagando per la Corsica/5

Decidiamo di non spostarci più di tanto, ma di rimanere in zona Calvi. Il campeggio è molto buono, dobbiamo ancora vedere la città, e quindi programmiamo altre due giornate in zona. L'idea è quella di farsi il bagno a Ile-Rousse, ma il troppo traffico all'ingresso della città ci fa desistere. Inversione a U e torniamo verso Calvi. All'andata avevamo avvistato un cartello a Lumio di una strada verso la spiaggia di Arinella. E' una baietta isolata, il vento è fortissimo e il mare mosso, quindi niente bagno. Io non amo prendere il sole ma il vento mi permette di fare la lucertola e finalmente riesco a prendere un po' di colore.

Al ritorno ci fermiamo all'ormai inseparabile catena "Casino" e ci diamo alle folli spese. Qualche bottiglia di vino (ripeto, ne riparleremo...) da portare a casa, io faccio scorta di birra Pietra, e compriamo del brocciu che consumeremo in campeggio sulle stuoie davanti alle tende. Errore da dilettanti, visto che veniamo invasi dalle formiche. Un bel bucato e via verso Calvi a vedere la città.

Si sta bene, il vento si è calmato ed è piacevole camminare nella cittadella. Le stradine invece sono molto commerciali e presto capiamo il motivo. Appena si fa sera si affollano di turisti, la maggior parte dei quali italiani, la maggior parte dei quali è qui con la barca. La mia idiosincrasia per i connazionali, quando sono all'estero, è storica, anche se era prevedibile trovarne tanti in Corsica. Così andiamo a farci un giretto sul molo per fantasticare investimenti di ipotetiche vincite al Superenalotto. Visto che sono ancora qui a scrivervi, potete capire che le vincite al momento rimangono ipotetiche.

sabato 14 marzo 2009

Dovevo dirlo

"Sincerità" di Arisa fa cacare.

Vagando per la Corsica/4

La strada che va da Porto e Calvi è la D84. Sono circa 70 km e uno dei motivi per cui abbiamo approntato l'itinerario in senso orario è perché in questo modo la percorriamo dal lato interno. Lo so che è meno bello, ma soffro di vertigini e visto che dall'altro lato c'è un perenne dirupo, è meglio così. Più che altro perché è una delle tappe più faticose, devi sempre tenere alta l'attenzione a causa della carreggiata strettissima e gli spuntoni di roccia che ti costringono ad affrontare curve cieche. Il consiglio delle guide, in questo caso, è quello di fare un bel colpo di clacson. Comunque la strada è meravigliosa, il paesaggio è selvaggio, montagne rosse a strapiombo su baie dall'acqua cristallina.
Lo stress cala avvicinandosi al mare, quando ci scappa anche qualche rettilineo in pianura. A Calvi soggiorniamo al Camping Paduella, a circa 3km a sud dalla città. Sono molto cortesi, ci danno una piazzola spaziosa, non lontanissima dai bagni (pulitissimi). Montiamo la tenda, aggiungendoci gli acquisti della mattinata, una prolunga per l'elettricità e il nastro isolante per tenere fermo un paletto che ho rotto con grande perizia smontandola in mattinata. Dopodiché spiaggia, a 300 metri dal campeggio. L'acqua è molto pulita, c'è un po' di vento. A pochissimi centimetri dalla spiaggia ci sono i binari della Tramway de Balagne, un trenino di due vagoni che serve le località balneari della costa. In lontananza, la cittadella di Calvi.
Ed ora passiamo al vero protagonista della vacanza, ossia il ristorante U Minellu. Ambiente carino, con un bel pergolato, ristorante a conduzione familiare. Come vino prendiamo un Domaine Orsini di Calenzana, buono ma non al livello di quelli assaggiati finora. Come antipasto prendiamo una omelette al brocciu e alla menta selvatica, buona anche se forse in certi punti la menta copre un po' il sapore del formaggio :guidamichelin:
Ora, Lisa prende un agnello (nel vero senso della parola, visto che è metà bestia) con patate ottimo, ma il capolavoro è il vitello. Innanzitutto lo portano nella padella in cui lo cuociono, ancora sfrigolante, ma è qualcosa di paradisiaco. E' con pancetta, salsa ai funghi e patate, Carne tenerissima, patate gustose, salsina ottima. Molto buona anche la torta alle castagne e alle mele. Torniamo in tende con la ferma intenzione di contraddire il nostro teorema per il quale bisogna girare più ristoranti possibile.

giovedì 12 marzo 2009

Vagando per la Corsica/3

La strada che porta da Corte a Porto (96km) è qualcosa di incredibile. Dopo 15km di N193 in direzione Bastia, a Francardo si prende la D84 che passa per la valle del Niolo, una delle zone più selvagge dell'isola. La D84 è l'unica strada che la serve. Il Niolo, lungo il quale sorge una centrale elettrica, scava sta valle (appunto) in mezzo a montagne di puro granito. Annalisa scatta all'impazzata, e buona metà del mio hard disk è occupata da foto di rocce. All'inizio il paesaggio è brullo, come vedete dalla foto che descrive una simpatica e ampia strada corsa.
Si sale, e anche parecchio, e l'atmosfera inizia a cambiare, tutto diventa molto più verde. Maiali e mucche ci attraversano la strada, passiamo in mezzo a boschi e foreste e ci fermiamo ripetutamente per giocare un po' con le bestiole, assolutamente socievoli. Appena scolliniamo, il traffico è bloccato. Da una stradina piomba una carica di capre che inizia a percorrere la strada a tutta velocità. Una scena bellissima. Peccato che l'altra metà del mio hard disk sia occupata da foto di bestie, che vi risparmio.

Il centro di Porto è un villaggio di due strade in riva al mare. Il camping è un paio di chilometri più su, arrampicato sulla montagna. Si chiama "Sole e vista" ed è disposto su terrazzamenti. Non è male, anche se i bagni sono un po' troppo "open air". Annalisa è la reginetta della tenda e quindi abbiamo tutto il tempo per andare a mare, risalire al campeggio e scendere per farci due passi e mangiare. Nella foto, invece, vi cuccate la torre genovese.
La sera, il dramma. Puntiamo il ristorante U Pescador, che a quanto pare è celebre perché il proprietario è conosciuto come "il re delle aragoste". Ghiotto del crostaceo, penso bene che lo sfizio vada levato nonostante il costo, e già mi pregusto la cena. Il ristorante è pieno, e ci manda da quello affianco, Le Robinson, che comunque si avvale dello stesso fornitore. Ed ecco il dramma: per l'aragosta è necessario la prenotazione. Depresso, leggo sulla guida che le cozze corse sono ottime e allora mi rifugio in uno spaghetto ai frutti di mare. La tristezza mi offusca le capacità intellettive e dimentico di come non si debba prendere quasi mai la pasta all'estero. E infatti vien fuori uno spaghetto bollito. Per fortuna il resto della cena è ottimo. La zuppa di pesce corsa è favolosa: si prendono i crostini, ci si strofina l'aglio, una spolverata di formaggio sul crostino, dopodiché si spalma questa salsa rouille che a quanto pare è fatta con pane, aglio e peperoncino, e si intinge il tutto nella zuppa. Veramente squisito. Lisa si prende un'orata che la rende entusiasta, soprattutto in rapporto al prezzo, dice. Il vino è un ottimo Domaine Vico bianco. Insomma, a parte il mio errore, si mangia bene, anche se il servizio è un po' lento, con solo due persone a servire. Ma non abbiamo fretta e soprattutto siamo sul mare.

mercoledì 11 marzo 2009

Vagando per la Corsica/2

A pochi passi da Corte c'è la valle della Restonica, dove è possibile fare un'escursione tra le più famose in un'isola che è il paradiso assoluto dei camminatori, vd. il famoso GR20. Facciamo la spesa al market Casino, uno dei punti fermi della nostra vacanza. C'è da fare una quarantina di chilometri lungo la D623, una stradina fatte di rampe che lentamente ti porta al piazzale da dove partire con l'escursione. La strada è stretta, praticamente una corsia e mezzo, e spesso vi capiterà di dovervi fermare per cedere il passo. C'è qualche improbabile ponticello e ovviamente l'immancabile precipizio dove scorre il torrente della Restonica.
Si arriva quindi al parcheggio (5€), meglio noto come le Bergeries des Grottelles, di cui parleremo anche successivamente. Da lì via alla camminata. Se non siete ferrati, come noi, calcolate che sono circa 8 km tra andata e ritorno per arrivare al Lac de Melu. Quello de Capitellu è un po' più su ma noi ci siamo fermati al primo. Conviene muoversi sul presto per evitare affollamenti e per scalare senza il sole a picco sulla testa.
Il sentiero giallo parte abbastanza morbidamente ma poi contiene qualche tratto un po' complicato per noi profani. Niente di terribile da superare, comunque! A un terzo della scalata c'è un rifugio, dove ci fermeremo al ritorno e dove un pastore vende formaggio dall'odore deciso. Il panorama è maestoso, incantevole: quiete assoluta e attorno solo montagne.
A 2/3 del cammino il tratto diventa un po' più aspro, e per superare alcuni passaggi bisogna sfruttare delle catene che sono state installate gentilmente a cui appoggiarti, oppure delle scale di ferro.
Dopodiché, finalmente, il lago! Siamo a 1700 metri d'altezza, e per sei mesi l'anno qui c'è solo ghiaccio. Visto che difficilmente riproveremo un'esperienza simile, decidiamo di sfidare il gelo e di immergerci moooolto lentamente, mentre attorno a noi eroici bambini si tuffano senza problemi. Tanto è lenta l'immersione, tanto rapida la nostra emersione.

La discesa, specie nel primo tratto, è parecchio complicata, perché si rischia di scivolare. Preciso però che non è che fossimo attrezzatissimi, quindi eravamo senza bastoni e scarpe da trekking. Alle Bergeries il meritato riposo. Bottiglione d'acqua, ma soprattutto il gestore ci fa assaggiare un po' di charcuterie di altissimo livello. A quel punto parte lo shopping gastronomico, compreso il formaggio strepitoso che porteremo in Italia e il cui odore ci farà compagnia a lungo.

La sera invece ceniamo di nuovo a Corte. Il ristorante si chiama U Passa Tempu, il locale è molto carino, scavato nella roccia. Prendiamo sempre il menu da 15 euro più un buon vino, il San Micheli da Sartene. Del vino ne riparleremo più avanti. La solita immancabile charcuterie, poi ravioli e cannelloni al brocciu (meglio i ravioli, alle erbe) e un po' di formaggi assortiti. Non male.

martedì 10 marzo 2009

Vagando per la Corsica/1

Grazie alla cortese disponibilità dei miei genitori, sempre siano lodati, l'equipaggio formato da me e Annalisa (che non guida) può disporre della scintillante Grande Punto di famiglia. Li ricambierò consegnandogliela tutta impolverata e soprattutto impregnata di odore di caciotta corsa. Serviranno 3 giorni di porte spalancate a 1300 metri di altezza e due lavaggi per levare il simpatico aroma. Detto questo, la bozza di viaggio prevede un tour della Corsica centro-settentrionale, visto che abbiamo circa una settimana e non vogliamo stressarci. Il traghetto è di mattina presto da Livorno, così ci avviamo il giorno prima (tappa Napoli-Livorno: 574 km). Alloggiamo all'Hotel Mediterraneo, a 5' dal porto. L'hotel è moderno ed è comodissimo per chi deve partire il giorno dopo, ma attorno non c'è molto. Noi comunque non abbiamo né voglia né tempo di girare, che il giorno dopo la sveglia è all'alba. Appuriamo che affacciamo sulla raffineria, appuriamo che il direttore è un omino un po' inquietante, ci mangiamo uno spaghetto allo scoglio senza infamia e senza lode al ristorante dell'albergo e la giornata è finita.

La giornata successiva non poteva iniziare in maniera migliore: il porto di Livorno è organizzatissimo, nessuna nuvola in cielo e il viaggio in nave scorre tranquillo. Arriviamo a Bastia poco dopo ora di pranzo. La tappa (Bastia-Corte: 75 km sulla N193) è breve e probabilmente la più agevole del viaggio. Si tratta infatti di una delle arterie principali, con biforcazioni verso Calvi, Bonifacio, Ajaccio. Noi andiamo in direzioni Ajaccio. Raramente ci sono due corsie di marcia, il limite cambia una continuazione da 70 a 90 a 100 e viceversa, ma il traffico è scorrevole anche in occasione delle tante rotatorie.
Vista dal mare, la Corsica con le sue montagne sembra il Trentino infilato nell'acqua. Dalla strada invece ci sono diversi spaccati d'Italia. A destra, colline con ville che collocheresti in Toscana. A sinistra un paesaggio brullo con il mare in lontananza che sa di Puglia.
Si svolta verso Corte, la strada si fa più bella e selvaggia, si inizia a salire passando tra le montagne e costeggiando improbabili binari ferroviari. Lo scarso traffico rende davvero piacevolissima la guida, inizio a divertirmi.
Se per gran parte del viaggio pernotteremo in tenda, le montagne di Corte ci hanno fatto optare per un B&B, il Kyrn Flor, 3km dopo Corte in direzione Ajaccio. Il cartello è un po' nascosto, sulla sinistra, e facciamo la conoscenza con le piazzole corse in sterrato.
Il Kyrn Flor è un paradiso, o poco ci manca. In mezzo alla campagna, in cima a una collinetta che affaccia su una valle (in cui non è che ci sia molto :D ), ha una distilleria per le erbe e soprattutto una piscina dove ci buttiamo in meno di venti secondi. Le camere sono accoglienti, in una casetta di pietra. Scopriremo poi che per colazione ci sarà servita marmellata "autoprodotta". L'unico difetto è che la N193, ma un po' si "sente", turbando la quiete e il relax. Ma poi passa.
Corte è una città decisamente indipendentista, come gran parte delle zone interne (e di tutta l'isola, va!). Probabilmente i corsi non potrebbero sopravvivere senza la Francia, e ormai il movimento si è un po' disperso. Corte come città è carina, ma i palazzi della strada principale avrebbero bisogno di una ripassata. Ma della città parliamo dopo, perché s'è fatta ora di cena. Il tempo di prendere un po' di frittelle al brocciu (panzarotti con il formaggio tipico corso, una specie di ricotta, ne riparleremo...) a una bancarella fuori alla cittadella, e a metà dell'arrampicata per la cittadella c'è U Museu che dall'aspetto sembra interessante.

Innanzitutto partiamo dalla classica charcuterie, composta da del figatellu, la coppa e il lonzu, che è probabilmente il salume migliore. Sapori molto decisi, selvatici. Intanto si assaggiano le prime birre del luogo, se la Serena è insapore la Pietra è amarostica, un retrogusto di castagna. Se fredda scende che è un piacere, è anche pesantina. Cinghiale al salmì ai mirtilli, ottimo, la porzione sembra inoffensiva ma in realtà ti stende. Come dolce prendiamo il fiadone, discreto, con l'immancabile brocciu, una sensazionale delizia alle castagne. Proveremo a prenderla altrove ma non sarà mai così buona e delicata.
Tornando alla città, è divisa in due parti: quella vecchia è una cittadella arroccata, molto caratteristica, con tanti vicoletti con abitazioni e con vista splendida sulle valli sottostanti. Quella più recente, invece, come detto, avrebbe bisogno di una rinnovata. La strada principale è piena di locali e porta alla piazza dove c'è la statua di Pasquale Paoli, l'eroe corso. Il tutto si gira in pochissime ore.

lunedì 9 marzo 2009

Vagando per la Corsica/0

E' un periodo dell'anno in cui mi capita spessissimo di ripensare alle vacanze che ho fatto la scorsa estate in Corsica. Mi sono interrogato sui motivi, e alla fine direi che è un mix di elementi. Innanzitutto è stata una vacanza impostata nel modo che preferisco, ossia in auto, senza mai fermarsi per troppo tempo in un determinato posto, ma vagando, andando alla ricerca di angoli incontaminati (non c'è voluto molto...). La meta, un'isola selvaggia ma con abitanti simpatici e disponibili, un mix di splendido mare e affascinanti paesaggi di montagna aspra. Il cibo, ottimo e abbondante. La compagnia, con la persona che ami e con cui la sinergia è stata totale.
Insomma, una combinazione di elementi che hanno reso la vacanza indimenticabile, e allora mi sono ricordato che, a differenza degli scorsi anni in cui bene o male ho fatto un miniresoconto, quest'anno avevo scritto pochissimo. Eppure in viaggio mi ero portato un taccuino che ho abbondantemente riempito. Ebbene, tanto per farci venire voglia di vacanza, ecco il resoconto delle mie vacanze estive (meglio tardi che mai), posto che non saranno mai al livello di quelli di Ale.

sabato 7 marzo 2009

Emergenza! Panico!

Già qualche mese fa venne fuori una ricerca (taciuta) sul calo dei reati nel 2008, dopo che ci avevano tritato le palle per mesi in campagna elettorale sulla sicurezza. Ecco un'altra notiziola interessante...

= TV: CON GOVERNO PRODI RADDOPPIATI SPAZI PER CRONACA NERA = == TV: CON GOVERNO PRODI RADDOPPIATI SPAZI PER CRONACA NERA = (AGI) - Roma, 7 mar - Sono aumentati i reati (omicidi, violenze, stupri, rapine) oppure e' aumentato lo spazio che i tg dedicano alla cronaca nera? Un interessante studio del Centro d'ascolto dell'informazione radiotelevisiva evidenzia un dato decisivo: durante i due anni del Governo Prodi (2006 e 2007) i tg hanno raddoppiato lo spazio dedicato alla cronaca nera. Un dato significativo che potrebbe avere aumentato la percezione di insicurezza da parte degli italiani e che, quindi, potrebbe avere avuto un peso determinante nella scelta degli stessi italiani per le elezioni politiche del 2008. La destra, infatti, ha sempre avuto come cavallo di battaglia il tema dell'ordine e della sicurezza. Lo studio riporta i seguenti dati: i tg della Rai nel 2003 (governo Berlusconi) hanno dedicato alla cronaca nera il 10,7% degli spazi; nel 2004 (governo Berlusconi) il 13%; nel 2005 (governo Berlusconi) l'11,5%; nel 2006 (governi Berlusconi e Prodi) il 19,1%; nel 2007 (governo Prodi) il 22,3%. Ancora piu' evidenti i dati per i tg di Mediaset: nel 2003 gli spazi dedicati alla cronaca nera furono pari all'11,2%; nel 2004 12,5%; nel 2005 10,7%; nel 2006 18,9%; nel 2007 25,6%. I tg de La7: nel 2003 6,9%; nel 2004 9,8%; nel 2005 8,4%; nel 2006 17,7%; nel 2007 22%.(AGI)

venerdì 6 marzo 2009

M'è scappato il cesso

NAPOLI: METRO', INSTALLATI I WC ANTIFURTO Napoli, 6 mar. - (Adnkronos) - Speciali 'wc antifurto' sono stati installati nelle stazioni della linea 1 della metropolitana di Napoli. A riportare la notizia e' il 'Corriere del Mezzogiorno'. ''Finti idraulici rubavano i precedenti sanitari'', spiega l'amministratore delegato di Metronapoli. I nuovi servizi igienici, costati in tutto un milione di euro, sono autopulenti, monoblocco e fatti d'acciaio. I nuovi bagni sono inoltre a pagamento: per servirsene bisogna inserire 20 centesimi e attendere che la porta d'acciaio si apra. ''Abbiamo installato dei bagni d'acciaio monoblocco: se riescono a rubarli anche cosi', davvero non ho altre risorse per impedirlo'', dichiara con ironia l'ad di Metronapoli.