martedì 10 marzo 2009

Vagando per la Corsica/1

Grazie alla cortese disponibilità dei miei genitori, sempre siano lodati, l'equipaggio formato da me e Annalisa (che non guida) può disporre della scintillante Grande Punto di famiglia. Li ricambierò consegnandogliela tutta impolverata e soprattutto impregnata di odore di caciotta corsa. Serviranno 3 giorni di porte spalancate a 1300 metri di altezza e due lavaggi per levare il simpatico aroma. Detto questo, la bozza di viaggio prevede un tour della Corsica centro-settentrionale, visto che abbiamo circa una settimana e non vogliamo stressarci. Il traghetto è di mattina presto da Livorno, così ci avviamo il giorno prima (tappa Napoli-Livorno: 574 km). Alloggiamo all'Hotel Mediterraneo, a 5' dal porto. L'hotel è moderno ed è comodissimo per chi deve partire il giorno dopo, ma attorno non c'è molto. Noi comunque non abbiamo né voglia né tempo di girare, che il giorno dopo la sveglia è all'alba. Appuriamo che affacciamo sulla raffineria, appuriamo che il direttore è un omino un po' inquietante, ci mangiamo uno spaghetto allo scoglio senza infamia e senza lode al ristorante dell'albergo e la giornata è finita.

La giornata successiva non poteva iniziare in maniera migliore: il porto di Livorno è organizzatissimo, nessuna nuvola in cielo e il viaggio in nave scorre tranquillo. Arriviamo a Bastia poco dopo ora di pranzo. La tappa (Bastia-Corte: 75 km sulla N193) è breve e probabilmente la più agevole del viaggio. Si tratta infatti di una delle arterie principali, con biforcazioni verso Calvi, Bonifacio, Ajaccio. Noi andiamo in direzioni Ajaccio. Raramente ci sono due corsie di marcia, il limite cambia una continuazione da 70 a 90 a 100 e viceversa, ma il traffico è scorrevole anche in occasione delle tante rotatorie.
Vista dal mare, la Corsica con le sue montagne sembra il Trentino infilato nell'acqua. Dalla strada invece ci sono diversi spaccati d'Italia. A destra, colline con ville che collocheresti in Toscana. A sinistra un paesaggio brullo con il mare in lontananza che sa di Puglia.
Si svolta verso Corte, la strada si fa più bella e selvaggia, si inizia a salire passando tra le montagne e costeggiando improbabili binari ferroviari. Lo scarso traffico rende davvero piacevolissima la guida, inizio a divertirmi.
Se per gran parte del viaggio pernotteremo in tenda, le montagne di Corte ci hanno fatto optare per un B&B, il Kyrn Flor, 3km dopo Corte in direzione Ajaccio. Il cartello è un po' nascosto, sulla sinistra, e facciamo la conoscenza con le piazzole corse in sterrato.
Il Kyrn Flor è un paradiso, o poco ci manca. In mezzo alla campagna, in cima a una collinetta che affaccia su una valle (in cui non è che ci sia molto :D ), ha una distilleria per le erbe e soprattutto una piscina dove ci buttiamo in meno di venti secondi. Le camere sono accoglienti, in una casetta di pietra. Scopriremo poi che per colazione ci sarà servita marmellata "autoprodotta". L'unico difetto è che la N193, ma un po' si "sente", turbando la quiete e il relax. Ma poi passa.
Corte è una città decisamente indipendentista, come gran parte delle zone interne (e di tutta l'isola, va!). Probabilmente i corsi non potrebbero sopravvivere senza la Francia, e ormai il movimento si è un po' disperso. Corte come città è carina, ma i palazzi della strada principale avrebbero bisogno di una ripassata. Ma della città parliamo dopo, perché s'è fatta ora di cena. Il tempo di prendere un po' di frittelle al brocciu (panzarotti con il formaggio tipico corso, una specie di ricotta, ne riparleremo...) a una bancarella fuori alla cittadella, e a metà dell'arrampicata per la cittadella c'è U Museu che dall'aspetto sembra interessante.

Innanzitutto partiamo dalla classica charcuterie, composta da del figatellu, la coppa e il lonzu, che è probabilmente il salume migliore. Sapori molto decisi, selvatici. Intanto si assaggiano le prime birre del luogo, se la Serena è insapore la Pietra è amarostica, un retrogusto di castagna. Se fredda scende che è un piacere, è anche pesantina. Cinghiale al salmì ai mirtilli, ottimo, la porzione sembra inoffensiva ma in realtà ti stende. Come dolce prendiamo il fiadone, discreto, con l'immancabile brocciu, una sensazionale delizia alle castagne. Proveremo a prenderla altrove ma non sarà mai così buona e delicata.
Tornando alla città, è divisa in due parti: quella vecchia è una cittadella arroccata, molto caratteristica, con tanti vicoletti con abitazioni e con vista splendida sulle valli sottostanti. Quella più recente, invece, come detto, avrebbe bisogno di una rinnovata. La strada principale è piena di locali e porta alla piazza dove c'è la statua di Pasquale Paoli, l'eroe corso. Il tutto si gira in pochissime ore.

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