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Se la storia in sé può non rivelarsi originalissima, a rendere piacevole la lettura del libro sono due elementi. Il primo è la solita, scorrevole, scrittura di Hornby. La seconda è a mio avviso la caratterizzazione del personaggio di Duncan, probabilmente il più riuscito e reale. Chi ha frequentato, qualche volta nella vita, forum dedicati ad artisti e musicisti, rivedrà sicuramente in lui qualche nick conosciuto. La condivisione di una passione, o forse di una mania, via internet con altre persone sconosciute, ma così simili a te. Il desiderio di sentirsi un'autorità nel campo, almeno in un forum, dando anteprime, esprimendo i propri sofferti giudizi in una recensione. Il classico fan che divora la biografia, anzi la vita, del suo mito, rivelandosi alla fine uno studioso, anche maniacale, della sua arte e soprattutto della sua persona. Per poi magari scoprire che, alla prova dei fatti, tutte le sue immutabili certezze, autocostruitesi con anni di ricerche e di confronti online, si sono rivelate delle sostanziali puttanate. Una fenomenologia di un fan da forum.
E allora la lettura di "Juliet, naked" (non riesco a chiamarlo col titolo italiano, scusate) pone implicitamente un quesito. Fino a che punto bisogna analizzare un'opera d'arte e un artista?
3 commenti:
Hai regione vit. Impossibile non
pensare al fenomeno e a calarlo, ad
esempio, a certi isterismi dei forum
che abbiamo bazzicato(e non hai mai
visto quelli di springsteen!!! :-D)
tremo al sol pensiero dei fan di sprinsti!
la fava :asd:
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