domenica 29 agosto 2010

Etica della fotografia digitale

Mi piace fotografare, ma la solita pigrizia al momento mi vieta di potermi definire un fotoamatore o qualcosa del genere. Interessante questo post apparso sul blog di Michele Smargiassi per Repubblica, che si sofferma sulla tendenza, nel mondo della rete, a ricercare quali foto diffuse dagli organi di informazione siano ritoccate in maniera significativa/evidente post produzione. Cosa buona e giusta, in alcuni casi, ma il rischio di un'esagerazione è sempre forte, come dimostra il caso scoppiato attorno al ritocco che vedete qui a lato.
Il fotografo si è limitato a far "sparire" la testa di un caddy, che compariva sullo sfondo dell'immagine. Poteva benissimo lasciarcela, è vero. Ma la sua presenza/assenza non è che vada ad inficiare la qualità dell'immagine. Semplicemente, credo che la seconda sia più vendibile ad un'agenzia fotografica. E non essendo stati eliminati dettagli rilevanti, personalmente non ci vedo nulla di male.



Ora, Smargiassi scrive
Questo è quel che succede oggi: le foto sbagliate possono avere una seconda chance con molta meno fatica che nell’era della camera oscura. E’ umano per un fotografo non voler buttar via il proprio lavoro, io mi chiedo soltanto questo: la consapevolezza di avere sempre un paracadute in post-produzione, un comobo efficiente paracadute, quanto inciderà sui comportamenti dei fotografi? Quanto li renderà più rilassati e tolleranti, meno abituati a terere sotto controllo bordi e sfondi, meno pronti a scartare di lato per evitare una composizione errata? Il cambio automatico, il servosterzo, il servofreno sono comodi e a volte essenziali, ma cambiano o no lo stile di guida? Io sospetto di sì. E datemi del nostalgico…
Comprendo il discorso, ma mi sembra limitativo. Un buon fotografo cercherà sempre di tenere sotto controllo bordi, sfondi, posizionamento dell'immagine. La post-produzione è solo una delle parti della composizione di una fotografia, che sia lavoro, che sia arte, che sia un banale scatto per se stesso. E se la tecnologia ci fornisce degli strumenti adatti a rendere migliore il prodotto, perché non approfittarne?
Certo, il rischio truffa è sempre dietro l'angolo...

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