Fiom ha una "linea preistorica", Marchionne "tenga il punto e non molli": lo afferma Daniele Capezzone, portavoce Pdl. "Per anni - sostiene - si è giustamente rimproverato alla Fiat di inseguire logiche di pressoché esclusiva tutela dei propri interessi: cassa integrazione, incentivi, spostamento all'estero di produzioni, e così via. Ora che finalmente, a partire dalla vicenda Pomigliano, si può aprire una pagina diversa (produzioni che tornano in Italia, lavoro per tanti dipendenti, rilancio di aree territoriali che ne hanno un gran bisogno), tutte le organizzazioni sindacali (meno una) mostrano senso di responsabilità, spirito di modernizzazione, e attenzione vera alla salvaguardia dei posti di lavoro. Solo la Fiom, con l'avallo di Epifani, mantiene una linea preistorica e di fatto pericolosa per gli stessi lavoratori. Mi auguro che Marchionne tenga il punto e non molli: la tenuta di Marchionne sarebbe un grande segno di svolta, a favore dei 'decisori' e contro i 'frenatori', in ogni campo".
Questo il comunicato Fiom. Vediamo quali sono queste linee di spirito di modernizzazione e quali sono le logiche preistoriche.
Di fronte al rifiuto della Fiat ad apportare qualsiasi modifica al testo da lei presentato lo scorso 8 giugno, la Fiom ha confermato la propria indisponibilità ad aderire a un documento che contiene deroghe al Contratto nazionale e alle leggi in materia di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori e la messa in discussione di diritti individuali, compreso il diritto di sciopero.
La Fiat, dopo aver disdettato, nel solo sito di Pomigliano, tutti gli accordi aziendali in vigore nel resto del Gruppo in materia di orario e organizzazione del lavoro, vuole condizionare l’investimento per il rilancio di Pomigliano all’accettazione di un nuovo accordo da parte di tutti i sindacati, basato tra le altre, sulle seguenti condizioni:
* realizzazione di 18 turni settimanali di lavoro sulle linee di montaggio;
* 120 ore di straordinario obbligatorio;
* possibilità di derogare dalla legge che garantisce pause e riposi in caso di lavoro a turno;
* riduzione delle pause dagli attuali 40 minuti a 30 minuti per ogni turno;
* possibilità di comandare lo straordinario nella mezz’ora di pausa mensa per i turnisti;
* sanzioni disciplinari nei confronti delle Organizzazioni sindacali che proclamano iniziative di sciopero e sanzioni nei confronti dei singoli lavoratori che vi aderiscono, fino al licenziamento;
* facoltà di non applicare le norme del Contratto nazionale che prevedono il pagamento della malattia a carico dell’impresa.
Le altre Organizzazioni sindacali, pur avendo inizialmente giudicato inaccettabili alcune richieste della Fiat e formalmente avanzato proposte di modifica, hanno alla fine aderito al testo iniziale dell’Azienda, accettandone le condizioni imposte.
La Fiom denuncia il ricatto a cui sono sottoposte le lavoratrici e i lavoratori di Pomigliano, in Cassa integrazione da oltre 18 mesi, chiamati a scegliere fra il proprio posto lavoro e il radicale peggioramento dei propri diritti.
La Fiom, di fronte al carattere generale di questa scelta della Fiat che punta a cancellare il Contratto nazionale e superare le Leggi di tutela sul lavoro, ha convocato il Comitato centrale per lunedì 14 giugno per dare un giudizio approfondito, per impedire la condizione di isolamento nella quale si vuole relegare i lavoratori di Pomigliano e assumere le decisioni necessarie.
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