raccontare quello che avviene durante una partita del mondiale è semplice. raccontare quanto invece si verifica PRIMA e DOPO il match è assolutamente impossibile. ci proverò ma certe cose si possono capire solo stando sul posto. hannover è una gran bella città (altro che duisburg), legata dai 4200m del rator faben, il filo rosso che collega i 36 monumenti della città. edifici sontuosi e splendidi, dal neogotico al barocco. arriviamo e l'australia ha appena vinto con il giappone con 3 gol dall'83simo in poi: giapponesi e australiani bevono in un biergarten a waterloo platz. tanti tedeschi, divisi più o meno equamente tra italia e ghana, tantissimi italiani, molti dei quali ubriachi, ma i veri protagonisti sono i ghanesi. divisi in gruppetti di 15/20 persone, girano per le strade cantando e suonando i tamburi, avvolti nei loro bandieroni. non si può non simpatizzare per loro.
la partita è una parentesi: lo stadio è bello, senza pista d'atletica come piace a me e si vede da dio. all'improvviso tutti si alzano e corrono verso una ragazza. è la seredova, vestita con la maglia di buffon e un pantaloncino inguinale. quasi non la riconoscevo, con tutta quella stoffa addosso.
il primo tempo è stranamente divertente, l'italia gioca bene e il ghana è abbastanza tosto: buon centrocampo ma buchi enormi in difesa e in attacco. l'italia sfiora più volte il gol e poi segna con pirlo dopo l'ennesimo calcio d'angolo. la ripresa invece è di una noia mortale. alla fine mi ricordo che è una partita di calcio. a loro non viene dato un rigore, entra iaquinta e segna.
all'uscita altri caroselli, altri abbracci tra gente di nazionalità diversa. lo spot migliore per uno sport che ormai non è più tale. o forse lo è soltanto ogni quattro anni.
martedì 13 giugno 2006
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