Basketnet pubblica questa simpatica intervista a Massimo De Luca (bella cravatta, ndV), direttore di RaiSport. Un uomo che dovrebbe essere fuori da ogni sospetto, visto che nel 1978 diede vita (come ricordato nell'intervista) a "Tutto il basket minuto per minuto", ma che probabilmente si è rincoglionito con il passare degli anni, l'aumentare della sua importanza e soprattutto gli anni di lavoro a Mediaset.
Ora esaminerò con calma alcune sue affermazioni, dal basso della mia poca esperienza e dall'alto del canone che paghiamo in casa.
Cosa rende un evento sportivo appetibile per una rete che, com’è logico che sia, vuole attirare l’attenzione del maggior numero possibile di spettatori?
Contano la qualità e soprattutto la posta in palio. La Serie A di basket, purtroppo, riscuote un interesse molto ridotto, mentre le manifestazioni importanti che coinvolgono la nazionale sono una cosa diversa: nelle partite trasmesse in chiaro abbiamo superato il 10% di share, un risultato non straordinario ma accettabile, e sono convinto che se gli azzurri avessero avuto dei risultati meno sciagurati avremmo potuto registrare degli ascolti ancora migliori.
La prima frase già spiazza. Conta la qualità e la posta in palio. Ora, non stavamo parlando del torneo del dopolavoro del dir. De Luca, ma di un campionato europeo di uno sport che è comunque tra i più seguiti in Italia. La nazionale, come ricorda lo stesso De Luca, ha superato sempre il 10% di share, e questo non è un risultato "accettabile", ma straordinario, visto che un programma come "Turisti per caso", trasmesso al posto di Italia-Slovenia, ha toccato solo il 7%. Se ne sono resi conto anche loro quando, per strani problemi tecnici, non potevano trasmettere Italia-Polonia sul satellite e hanno dovuto metterla al posto di un film come "Una teenager alla Casa Bianca", che probabilmente avrebbero visto solo i figli di Del Noce e di De Luca.
Non crede che dare il dovuto spazio al basket nelle trasmissioni e nei tg sportivi contribuirebbe ad aumentare l’interesse degli spettatori nei confronti della palla a spicchi, dando vita quindi ad un circolo vizioso da cui tutte le componenti coinvolte trarrebbero beneficio?
Lo dico con dispiacere, ma non è così. Purtroppo dare spazio a sport diversi dal calcio corrisponde automaticamente a perdere audience, a maggior ragione in orari in cui c’è una concorrenza spietata.
Quello che De Luca fa finta di non sapere è che le partite di calcio ormai sono in netto calo di pubblico già da un bel po' di tempo. Quello che De Luca finge di dimenticare è che la RAI, che già si è fatta strappare i diritti per il mondiale di calcio da Sky, ha trasmesso, nello stesso periodo degli Europei di basket, gli europei di pallavolo. Ma d'altronde, si sa, "dare spazio a sport diversi dal calcio corrisponde automaticamente a perdere audience".
Quali sono, secondo Lei, i motivi che spingono le emittenti satellitari –nello specifico Sky- a comportarsi diversamente nei confronti degli sport “minori”? Non sono anche i loro ragionamenti di natura commerciale?
Quello delle emittenti satellitari è un pubblico già limitato e selezionato, un pubblico –cioè- che sceglie la TV satellitare per ciò che offre. Emittenti come Sky non si pongono obiettivi relativi all’audience quanto al numero di abbonamenti.
Ma neanche la RAI, caro direttore De Luca, dovrebbe porsi obiettivi di audience, visto che i soldi le arrivano comunque dagli abbonamenti. Capisco che magari si perderebbe un po' di pubblicità (ma non è vero, visto che il basket ha surclassato gli altri programmi RAI quando è stato trasmesso), ma nei paesi civili, vedi BBC, così funziona. Si punta sulla qualità.
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