A John De Leo è bastato pochissimo per conquistarmi, è stato sufficiente fare come secondo pezzo una magnifica cover di Nothingness, pezzo dei Living Colour che in quel locale avremmo conosciuto sì e no in tre. Ma l'apice del concerto è stato probabilmente durante Bambino Marrone, quando ha iniziato a fare il dj suonando il clacson e girando la chiave di uno di quei giocattoli per bambini a forma di postazione di guida. Di sicuro non è un concerto facile per chi non conosce i pezzi, ma è difficile non rimanere comunque rapiti davanti ai loop vocal/strumentali di Spiega la vela. John lascia tutti a bocca aperta quando arriva a suonare l'armonica a bocca senza armonica, tanto che sono stato lì cinque minuti a chiedermi se lo strumento ci fosse o meno. Finisce con metà del locale che canta Nero Vivo, unico pezzo dei Quintorigo riproposto.
Vanno però dette un po' di cose negative, che però esulano da quanto proposto da De Leo. Innanzitutto, il costo spropositato. Ok i 15 euro del biglietto con tanto di consumazione, ma aggiungerci 10 euro di tessera Arci e 2 di guardaroba obbligatorio ti fanno un po' male al portafogli. Insomma, io a vedere sto concerto ci tenevo ma altrimenti col cazzo che mi avrebbero visto. Mi sarei anche comprato il cd, se non fosse che piangevo miseria. Altra cosa parte del pubblico, che ha pensato bene di chiacchierare anche durante le canzoni che necessitavano il massimo silenzio. Buon modo di buttare 30 euro, ma probabilmente erano distratti dalla proiezione in loop di "Cicciolina amore mio". Va bene che il locale (Mutiny, diciamolo affinchè la gente sappia) era un ex bordello, con tanto di lettini dove stravaccarsi, ma c'erano pure dei bambini. Vabbè, amen, spero di poterlo rivedere ma in un altro posto.
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