Uno dei dischi del 2007 che più mi ha colpito è quello degli italiani "Il teatro degli orrori", davvero un bel lavoro. Ho atteso a lungo la loro data napoletana, prevista per metà novembre, e quindi potete immaginare la mia delusione quando l'hanno cancellata. Ieri sera suonavano a Salerno, e così ho chiamato a raccolta un paio di amici e siamo partiti.
Inizio concerto previsto per le 22, ma siamo consci che la cosa andrà per le lunghe visto che ci sono anche altri gruppi in cartellone. Trovato a fatica un parcheggio, ci avviamo verso il locale, ci informiamo sulla situazione e inganniamo l'attesa con un kebab.
Entriamo per le 22.30, e da quel momento perdo la cognizione del tempo. So che ne passiamo parecchio su un divanetto (di plastica, ma a sorpresa comodo) mentre si succedono vari soundcheck. Aprono i Flappers, fanno tre pezzi ma noi il culo non lo muoviamo ancora.
Quando tocca a I Pennelli di Vermeer ci avviciniamo un po'. Una sorta di prog dei poveri, suonano una cover di De Andrè. Niente di che ma chiudono con un bel pezzo con un giro di basso molto trascinante.
Lo show de Il teatro degli orrori inizia con rumori demoniaci. Capovilla si avvicina al microfono lentamente, lo afferra e dà il via a "Vita mia". Purtroppo le prime 3/4 canzoni le sentiremo malissimo a causa della pessima scelta della posizione. Dove siamo sistemati, infatti, la chitarra non si sente. Inoltre la voce di Capovilla è pesantemente distorta, ma si capisce presto che è un trucco per mascherare numerose imperfezioni, visto che si trova in condizioni pietose. Va fuori tempo, urta il bassista, barcolla vistosamente e nel furore delle canzoni finisce più di una volta addosso al pubblico, che un po' se lo tira già, un po' lo rimanda sul palco. Più volte cerca di catechizzare il pubblico a non farsi male, e mi chiedo quanto di vero e quanto di ipocrita ci sia nelle sue parole.
Su Carroarmato Rock ci spostiamo in zona mixer e finalmente si sente la chitarra. Da lì il concerto si rivela comunque gradevole perchè il muro di suono è notevole. Alla fine, sulla bella "Maria Maddalena", scompare anche la distorsione dal microfono e le cose vanno meglio. Ma ciò non toglie che le buone impressioni del disco siano state mitigate dal concerto di ieri.
Usciamo dal locale, guardo l'orologio e si son fatte le 3.10. Alle 4.30 mi butto sul letto.
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