Mi è tornato in mente stasera, mentre ero a tavola con i miei. Grazie a mio nonno, la mia famiglia ha una piccola casetta a Lacco Ameno, nell'isola d'Ischia. Di conseguenza, da bambino, le mie vacanze a luglio erano assicurate lì. Sul corso principale di Lacco Ameno c'era questo ristorante/pizzeria, 'O padrone d'o mare. Si estendeva su due livelli: quello superiore, che meno ci interessa, era il ristorante. In quello inferiore c'era la taverna, alla quale si accedeva scendendo due gradini e percorrendo un corridoio ai cui lati c'erano tavoli di legno poco illuminati. In fondo al corridoio, la terrazzina che praticamente finiva sul mare, dove mangiavamo la sera quando avevamo voglia di pizza. A gestire la taverna era Salvatore, noto tombeur de touristes dell'isola, nonostante avesse già (pochi) capelli bianchi, che prendeva le ordinazioni e serviva ai tavoli. E poi c'era Ciro, il mitico pizzaiolo che utilizzava una mascherina perché allergico alla farina. Quando c'erano pochi clienti, e tra questi pochi c'eravamo noi, Salvatore permetteva a me e mio fratello, e magari un paio di amici, di servire ai tavoli. Adoravo quel posto, e oggi mi sono ricordato che a farmelo amare così tanto, oltre alla quiete e all'atmosfera, erano i profumi. Il profumo del legno dei tavoli, delle pizze in preparazione. Il profumo del mare, quello delle piantine di basilico sulla terrazza.
'O padrone d'o mare fu costretto a chiudere perché i locali non erano di proprietà. Ha riaperto da qualche anno, con alcuni tavoli nello spiazzo proprio ai piedi del vecchio edificio. Ma purtroppo non c'è più spazio per la pizzeria. Vado sempre meno spesso a Ischia, il mare non mi fa impazzire. Ma credo che la chiusura di quel posto, a cui tanto ero affezionato, sia una delle cause sopite.
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