Sorrentino lo conoscevo dall'inizio della carriera, avevo il nipote in classe e ci parlò (e fece vedere) de L'uomo in più. La mia pigrizia cinematografica me lo ha fatto perdere di vista col tempo, ed eccomi qua, con ritardo abnorme, a vedere Il Divo. Bello, bellissimo. Sorrentino mi ha conquistato già dopo pochi secondi, con la morte di Sindona e la camera che gli gira vorticosamente attorno. Bravissimo Servillo (monoespressivo come sempre immortalato da Disegni, ma in questo caso a ragione), eccezionale Buccirosso nella parte di Pomicino. Ma sono le scene a essere fantastiche, non c'è un'inquadratura sbagliata. La maestosità dei palazzi del potere... e poi tanti simboli: lo skateboard, il gatto bianco... Riina (attore identico, tra l'altro) che rimane in silenzio per quasi tutta la durata delle sue apparizioni, il rimando a L'ultima cena.
Resta da chiedersi come il regista abbia potuto immaginarsi una storia così fantasiosa. In quale paese del mondo succederebbero mai cose di questo tipo?
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