visto che di spazio ce n'è poco e che non si può parlare in poche righe di sei anni di era maione, focalizziamoci su qualche aspetto di questi giorni, a neanche due ore dalla vittoria della coppa italia.
la carpisa napoli vista in questi giorni a forlì si può riassumere in due elementi:
1) valerio spinelli, un metro e ottanta solo se messo su un apposito sostegno, acciughino, scugnizzo puteolano. il re del secondo quarto, colui che stravolge le partite, che costringe le difese a cambiare modo di giocare. chiedete a djordjevic e alla sua milano. chiedete a blatt e ai trevigiani. chiedete a pesic (oh ma abbiamo affrontato solo squadre con tecnici stranieri?), a bodiroga, ai romani.
2) il volto di mason rocca, tumefatto dopo lo schiaffone ricevuto da un poco attento (diciamo così) tyrone grant nella gara di venerdì. abrasione della cornea, ma chissenefrega, torno in campo e do' il mio contributo. ecco, mason è (ancora una volta) l'esempio del grande cuore di questa squadra, che pure con le rotazioni al minimo è riuscita in tre giorni tre a battere milano, treviso, roma. e poco importa se durante la finale arriva un'altra botta all'occhio e questo inizia a sgorgare lacrime di sangue, si torna in campo a prendere rimbalzi.
e allora festeggiamo questa prima vittoria dell'era maione, festeggiamo il coraggio di rinunciare a splendidi solisti in nome di giocatori di qualità che sanno cos'è una squadra (grazie betti), festeggiamo piero bucchi che li amalgama ogni giorno, festeggiamo il piccolo play di philadelphia che se lo marcano in tre non si incaponisce e lascia giocare gli altri, festeggiamo un islandese silenzioso che domina il plus/minus, festeggiamo un francese incostante che quando si accende lo fa sul serio, festeggiamo uno splilungone dinoccolato con un tatuaggio marchiato a fuoco sul braccio, uno stile di tiro rivedibile, cadendo all'indietro, un grande talento che si è saputo adattare diventando utile anche in difesa e a rimbalzo (21 nelle ultime due), per poi andare a segnare quando conta, festeggiamo un'eterna promessa che ci fa smadonnare di continuo (ma perchè gli vogliamo bene) per i suoi falli ingenui, ma che con i liberi con la fortitudo e il canestro nella finale ci ha meritatamente zittito. festeggiamo il play puteolano, festeggiamo mason da princeton, tempio del cervello applicato ai canestri, festeggiamo un cecchino irlandese che ha castigato milano e treviso e poi si è messo a difendere. festeggiamo il capitano, tanto dannoso in difesa quanto fondamentale nel tenere compatta la squadra e nel mettere due triple (milano e roma) decisive.
il sogno si è avverato, festeggiamo e poi andiamo a letto, pronti a sognare ancora
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