martedì 2 giugno 2015

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giovedì 29 agosto 2013

Gianluca

Ieri mattina, tornato dalle vacanze, ho acceso come al solito il computer, sono andato sul solito forum, ho aperto la solita sezione, e ho scoperto che Gianluca non c'è più dallo scorso marzo. La giornata è passata e io non sono riuscito a smettere di pensarci neanche per un secondo.

Non posso dire di essere stato un amico di Gianluca. Ad essere onesti, non lo "conoscevo" neanche, nel senso fisico del termine. Ma, in quella grande galassia delle relazioni via internet, avevamo buoni rapporti. Frequentavamo gli stessi forum, eravamo amici su facebook, quando c'era msn conversavamo di tanto in tanto. Non così spesso da allarmarsi per un'assenza così prolungata, ecco.

Ma avevamo le stesse passioni. Il basket, innanzitutto, con la sua passione per i Washington Wizards. Un po' di cinema (o meglio: tantissima per lui, decisamente più di striscio per me), dai film di Sergio Leone al Grande Lebowski passando per i Blues Brothers e soprattutto per la stessa insana simpatia per Steven Seagal.
E, improvvisamente, capita che ti trovi a piangere per la scomparsa di una persona che non hai mai visto in faccia, ma con cui hai scambiato opinioni, imbastito trade nei tanti FantaNBA fatti in questi anni (che pazienza aveva nel fare da commissioner e tenere a bada tutti durante il draft). Pur non conoscendolo in maniera diretta, azzarderei anche che caratterialmente eravamo molto simili. Forse è per questo che la cosa mi ha colpito così tanto.

Insomma, ieri ho faticato a pensare ad altro. Ho spulciato un po' la sua pagina facebook, ho indagato un po' per capire cosa fosse successo, e per ogni risposta che trovavo, subito comparivano altre dieci domande.

Ma ce n'è una, la più grande, che continua a frullarmi in testa da ieri. Perché la mia generazione, quella nata negli anni Ottanta, è così debole? 
Gianluca non c'è più. Se scorro mentalmente la cerchia delle mie amicizie più strette, fatico ad individuare qualcuno che non abbia avuto bisogno, nel corso di questi anni, di un supporto psicologico.
Perché la mia generazione è così piena di insicurezze ed è così incapace di affrontare le piccole e grandi sfide del quotidiano? E, soprattutto, perché ancora nessuno se n'è accorto?

Nota conclusiva: erano due anni e mezzo che non scrivevo su questo blog. In alcune occasioni avevo provato a riprendere a scrivere, ma mi ero sempre fermato a metà post. Ma oggi avevo troppa voglia di buttar già qualcosa. Ciao Giangi.


venerdì 14 gennaio 2011

Intanto, a Napoli...

Nell'indifferenza generale ci avviciniamo alle primarie del Pd in vista delle elezioni comunali.
Il quadro è desolante. A giocarsi il ruolo di sfidante dell'Uomo Misterioso (il centrodestra infatti si è guardato bene, finora, di scegliere un candidato, a parte l'autocandidatura di Mastella che finora ha ricevuto solo pernacchi dai suoi) saranno:
- Nicola Oddati, storico componente della giunta Iervolino, e in quanto tale - anche se avesse delle qualità - destinato, se dovesse vincere, a una sonora batosta dopo una prevedibile campagna elettorale all'insegna di accuse di continuità con la precedente esperienza consiliare;
- Umberto Ranieri, classico uomo da nomenklatura del Pci. La versione noiosa di Cacciari, diciamo. Brava persona, ma con un'attrattività sulle masse pari a zero. Ha uno sponsor d'eccezione: Giorgio Napolitano;
- Andrea Cozzolino, bassoliniano doc anche se sembra che la sua candidatura a sorpresa non sia stata molto apprezzata dal suo mentore, che starebbe lavorando ad un ritorno in Parlamento;
- Libero Mancuso, l'ex pm, già in giunta con Cofferati. L'area vendoliana.
- Gino Sorbillo, 36 anni, pizzaiolo discendente da una famiglia di pizzaioli. Si candida per "provocazione". Fosse stato Enzo Coccia de La Notizia l'avrei votato sicuramente!


Qualcuno ci salvi.

Un eccezionale Michele Serra

Evidentemente tra i giudici della Consulta ci sono più “comunisti” (12 su 15, una maggioranza bulgara) che tra gli operai di Mirafiori. E questo dovrebbe spaventare la sinistra più di quanto spaventi Berlusconi. Perché va bene che difendere la Costituzione e l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge è diventata, a Berlusconia, una faccenda di vitale importanza. Ma le cose cambiano davvero – come sta scritto nei classici Einaudi e Laterza e Feltrinelli sui quali hanno studiato, a volte proficuamente, gli attuali cinquantenni e quarantenni di sinistra – solo se la democrazia formale diventa anche un po’ più sostanziale, e dunque i poveri un po’ meno poveri, i deboli un po’ meno deboli, i ricchi un po’ meno prepotenti, eccetera. E dunque esultare perché l’avvocato Ghedini se ne torna con le pive nel sacco a risistemare i suoi scartafacci va benissimo; ma vedere gli operai di Torino scannarsi tra loro per salvare i conti di Marchionne, e uno che piange, uno che impreca, un altro che maledice la propria condizione di eterno ingranaggio di un meccanismo che non controlla: beh, quello è un dispiacere perfino più importante e urgente, per la sinistra italiana. Diciamo che le compete, la questione sociale, tanto quanto alla Consulta compete tenere a bada l’esuberanza del Berlusca e dei suoi legulei.

venerdì 7 gennaio 2011

Capolavoro


Questa prima pagina del Manifesto è un capolavoro di giornalismo. Con una sola azzeccatissima parola (o anche due...) riesce a dire tutto sulla vicenda Fiat-Marchionne.
Bravissimi.

lunedì 29 novembre 2010

Mestizia

"Non è così che deve morire un uomo. Un paracadute che non si apre, questo è un bel modo di morire. O restare intrappolato tra gli ingranaggi di una macchina. O un lappone che con un morso ti strappa le palle. E' così che me ne voglio andare!"

lunedì 8 novembre 2010

Pompei

E dire che non li avevano fatti crollare loro gli scavi...

giovedì 28 ottobre 2010

Shopping parallelo

Bertolaso: "Ho segnalato i comuni da commisariare, scoprendo in seguito che il 70% erano del centrodestra. Mi è stato detto che non era politicamente opportuno".


Passo da Fnac e acquisto Fallout: New Vegas, seguito di un capolavoro di cui già vi parlai. Anche in questo caso si tratta di avventure che accadono in uno scenario apocalittico, nella cosiddetta Zona Contaminata.
Vado al pieno inferiore, compro "La Peste", il libro di Tommaso Sodano su tutto quello che c'è dietro lo scandalo dei rifiuti in Campania.

E inizio a pensare che tra due anni acquisterò Fallout: Terzigno. La nuova Zona Contaminata.